le responsabilità di certe mancate attuazioni: prima ci si allea ben sapendo che il fondamento stesso dell'alleanza è la rinuncia ai propri programmi specifici, poi si accusano i soci per non aver permesso l'attuazione di ciò che, alleandosi con essi, s'era automaticamente rinunciato ad attuare). 4) La rinuncia alla Finanziaria e il triste declino delle fortune politiche dell'ing. La Cavera chiariscono la sostanza del <<tradimento» operato dal PCI rispetto al tentativo di revisione e rinnovamento della sua linea politica siciliana elaborato negli anni tra il 1953 e il 1956. Chi scrive ha partecipato direttamente a quel tentativo: tanto più pro- , fondamente, dunque, avverte oggi la portata della successiva svolta opportunistica operata dal partito comunista siciliano. Una svolta che della linea politica abbozzata nel 1953-56ha mantenuto la forma e l'involucro, modificandone e sovvertendone la sostanza e il significato. Fu dopo le elezioni nazionali del 1953 che i comunisti meridionali, e in primo luogo quelli siciliani, a ciò sollecitati dal potente catalizzatore di interessi e di idee fornito dall'autonomia regionale, cominciarono a pensare come inattuale ed astratta la formula gramsciana relativa al « blocco storico »: operai del Nord-contadini del Sud. Ci fu chi çlisseche tale formula avrebbe potuto risultare buona domani, per governare; ma che era inadatta al momento. Ci fu chi la considerò, alla -lucedelle esperienze fatte, nient'altro che una bella frase priva di ogni significato reale: u1_1afavola buona per le esercitazioni retoriche dei vari Alicata, Sereni, ecc. Contemporaneamente all'accantonamento politico e organizzativo dei vecchi « leaders » (Li Causi, Montalbano, Ovazza, ecc.), e al sorgere del nuovo gruppo dirigente (Bufalini, Macaluso, Nisticò, ecc.), i comunisti siciliani cominciarono in quegli anni a pensare e a realizzare una formula di alleanza sostitutive, apparentemente basata sulle obiettive esigenze della situazione locale. Ai· mitici, s,conosciuti e lontani operai del Nord (che del resto non avevano nulla da dire sulla Sicilia e che già in quegli anni cominciavano a rifluire su posizioni corporativistiche e sezionali) si sostituivano, nell'alleanza con i ceti popolari isolani, i ceti borghesi produttori. Nuovo fulcro dell'alleanza rivoluzionaria diveniva la media e piccola classe imprendi_torialelçx:ale,sia là dove essa già esisteva per virtù propria o per sollecitazione esterna, sia là dove essa avrebbe potuto essere creata « ex novo » mediante il gioco delle facilitazioni e delle previdenze (finanziamenti, protezioni) da strapparsi al. [32] BibliotecaGino Bianco
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