Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

suo capitale, fino a giungere, teoricamente, a disporre d'una massa di manovra vicina ai 200 miliardi. Della Finanziaria esistono lo statuto, il consiglio di amministrazio11e (nominato dal governo La Loggia) e il primo e, fin'ora, unico versamento (quello dei miliardi « regionali >>). Non può funzionare perchè manca il suo organo direttivo e propulsore, quello in cui sono accentrati i pieni poteri, o quasi: il direttore generale. Il direttore generale della Finanziaria non è stato nominato dalla maggioranza <<milazziana >>perchè sull'opportunità stessa d'una simile nomina, e cioè sull'opportunità di porre in essere uno strumento di sviluppo e pianificazione, è sorto un conflitto politico di fondo in seno alla maggioranza stessa che sostiene l'esperimento. In pratica, cristiano-sociali, fascisti e monarchici hanno bloccato la realizzazione dello strumento principale, o meglio unico e insostituibile, per la creazione d'una economia siciliana moderna, per l'avvio all'industrializzazione e la concreta lotta concorrenziale al monopolio. I socialisti e i comunisti hanno accettato l'affossamento della Finanziaria come scotto per la loro partecipazione alla maggioranza. Tutto sommato è questo, della mancata realizzazione della Finanziaria, il punto di sconfitta più grave per la coalizione che ha dato vita all'esperimento Milazzo. Preconizzato direttore generale ne era l'ing. Domenico La Cavera, ex presidente della Sicindustria. Ma un nome o un altro fa lo stesso (come vedremo il nome del La Cavera è sintomatico per altre ragioni). Ciò che la maggioranza <<destra-sinistra>>per sua natura sembra incapace di risolvere è l'avvio a una politica democratica di sviluppo. (Sembrerebbe impossibile che un partito come il PCI abbia accettato l'accantonamento di tutte le rivendicazioni democratiche siciliane, dalla questione delle giacenze contabili, alla riforma agraria, alla Finanziaria, in cambio d'una partecipazione alla maggioranza assembleare. I comunisti siciliani, interrogati in proposito, finiscono per rispondere con la frase: << Viviamo in un mondo di sceicchi: ci siamo alleati con alcuni di essi, contro sceic.chi più pericolosi». In realtà essi stessi divengono <<sceicchi», per continuare nella metafora. Uscendo da essa, vanno considerati i seguenti punti: a) vantaggio politico generale derivante al PCI dall'essere comunque uscito dall'isolamento; b) vantaggio particolare di partecipare alle operazioni di sottogoverno; e) possibilità sempre esistente di rigettare sui propri alleati [31] Bibliotecaginobianco

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