del più vario genere, dall'estero, a collegamenti con altri enti radiofonici e televisivi, a opere teatrali e letterarie straniere, è già considerevole. Si possono discutere i singoli programmi, ma la tendenza è rilevante e positiva. C'è da augurarsi, e da pretendere, che si rafforzi sempre più, e che assuma più precisi e meditati co11torniper quel che riguarda le cose europeistiche. La radio e la televisione possono dare in questo •campo un contributo inestimabile. Insoddisfacente è l'informazione politica. Pur non essendo i notiziari attuali nemmeno lontanamente paragonabili a quelli del ventennio, la scelta delle notizie è troppo spesso tendenziosa; ma ancora più per quello che esclude che per quello che include. In occasione del già citato convegno della RAI sulle trasn1issioni radiofoniche e televisive, c'è stata una discussione sul tema dell'imparzialità nell'informazione; qualcuno è partito addirittura dalla parzialità di Tucidide, per arrivare alla conclusione che << per attingere l'obbiettività e l'imparzialità in assoluto bisognerebbe che la storia, come le sue singole notizie, non fosse scritta dagli uomini>>. Con buona pace di quei funzionari, il problema è molto più semplice: non l'imparzialità in assoluto interessa, ma che l'informazione sulla vita pu·bblica interna dia un quadro completo delle opinioni -che ogni giorno, sui più importanti problemi, vengono a confronto nel Paese. È questo quadro che manca oggi nei notiziari radiofonici e televisivi. Così come manca praticamente del tutto il dibattito politico. Si potrà obbiettare che la situazione politica italiana è anormale, perchè ci sono una destra e una sinistra anticostituzionali che accettano la democrazia e la libertà solo come mezzi per perseguire fini con esse incompatibili, e che quindi le forze democratiche sono tuttora in una posizione di difesa. Tuttavia, questo fatto, che è incontestabile, può dar solo l'idea della distanza che politicamente ci separa da quei Paesi - in prima linea Inghilterra e Stati Uniti - nei quali non solo non esistono partiti antidemocratici, ma dove tutta la vita pubblica, poggiando sul sistema bipartitico, ha ben altra chiarezza e sostanza. Non può essere una giustificazione per tener fuori dalla radio e dalla televisione la discussione e la libera competizione delle idee e degli uomini. Non è sufficiente lasciar parlare di tanto in tanto un alleato attuale o virtuale del partito di maggioranza, e, ogni morte di papa, un esponente [22] Bibliotecaginobianco
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