prattutto, nella guerra intrapresa contro Israele. Dal fallimento dell'impresa antiisraeliana si apriva anzi l'ultima fase, ancora in corso,. del movimento arabo negli ultimi cento anni. E' una fase di esasperazione e di tracotanza nazionalistica. << Carattere dominante di tutta questa più recente storia è stato un rinfocolarsi sempre più intransigente del nazionalismo arabo che lungi dal placarsi nei risultati ottenuti si è fatto più petulante e aggressivo. Gli ultimi echi della concezione ottocentesca delle nazionalità, quali entità cooperanti a un fraterno progresso comune, si sono del tutto spenti nella pubblicistica araba contemporanea, sostituiti da una infatuazione nazionalistica senza pudore e misura, che agli antichi rancori verso il colonialismo sfruttatore ne aggiunge di nuovi, e rappresenta gli Arabi ancor continuamente insidiati dall'imperialismo occidentale>>. Centro di questa nuova fase di storia araba è ora l'Egitto del colonnello Nasser. Questi << ·ha visto nella potenza sovietica la leva per spezzare ogni resistenza dell'Occidente ai piani del nazionalismo arabo, e su quella si è appoggiato con tutte le forze, passando finora di successo in successo; mentre ogni resistenza alla sua politica, nel campo ara;bo e internazionale, è stata finora o sventata o travolta. Il Vicino Oriente è diventato così lo scacchiere in cui si gioca la rischiosa partita che ha .per posta la pace del mondo ». Il maggiore successo realizzato sulla via dell'unità araba intrapresa da Nasser è stato finora l'assorbimento della Siria; ma già al momento in cui il Gabrieli cessava di scrivere il suo libro (fine dell'estate scorsa) altri successi del genere apparivano problematici. Lo stesso Iraq, dopo la cruenta rivoluzione del luglio scorso, si mostrava fin dapprincipio restio a seguire l'esempio siriano. D'altra parte il raggiungimento dell'indipendenza in Marocco e in Tunisia è andato enucleando, nonostante il persistere della rivolta algerina, un orienta• mento verso l'unità del Maghreb, dello spazio arabo occidentalé, in funzione chia• ramente autonoma dalla leadership egiziana. Di questo nazionalismo arabo d'Occidente il Gabrieli coglie, col consueto acume, i tratti che lo distinguono dal nazionalismo arabo-orientale: << un nazionalismo più equilibrato e disposto a collaborazioni di quanto non sia oggi nel mondo arabo d'Oriente »; << esso si è finora svolto, e nella stessa penosa questione algerina si svolge in -modo tale da non implicare direttamente interessi internazionali a vasto raggio, sì da costituire un serio pericolo per la pace mondiale »; ecc. Questo, ·dunque, il sintetico bilancio storico del << risorgimento » arabo tracciato dal Gabrieli e da 1 ui concluso, in alcune ·brevi pagine apposte al suo libro, rilevando che le prospettive attuali del mondo arabo si incentrano soprattutto su << una meta in vista e difficilmente eludibile » quella dell'unità degli Arabi di Oriente, mentre resta incerto sia il peso che su di essa, una volta raggiunta, potrebbero esercitare l'urgenza di profonde riforme sociali e l'attrazione politico-ideologica del comunismo, sia le possibilità di rieducazione del mondo islamico ai valori-base della moderna civiltà occidentale. Su un piano affatto diverso, non di storia etico-politica, come il Gabrieli, ma politico-pragmatico si muove invece . [122) Bibliotecaginobianco
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