agli ultimi anni, tuttavia, si era sentito (e particolarmente in Italia) il bisogno - oltre che di studi sui singoli aspetti e paesi del Medio Oriente, come si era cominciato ad avere, - di sintesi che ren- •dessero un'attendibile e approfondita immagine del complesso problema mediorientale. Per l'Italia, appunto, e a questo bisogno più alto di documentazione sul1'argomento rispondono, in modi diversi e su piani diversi, il li,bro di Francesco Gahrieli e la traduzione di quello di Walter Z. Laqueur. Il libro di F. Garbrieli è un ampliamento, ·notevole, della relazione che l'autore presentò su << la storia moderna dei popoli .arabi » al Congresso internazionale di Scienze Storiche, tenuto a Roma nel set• tembre 1955; e della riflessione storica -conserva in tutte le sue parti (anche in quelle relative agli anni più vicini a noi) 1a complessità di tesi e di osservazioni ge- ·nerali e particolari che ne è caratteristica. Mutato è tuttavia il titolo che suona ora -<< Risorgimento Arabo », e il mutamento -è importante, perchè denuncia (e l'autore stesso lo avverte) il più immediato e passionale schema di interessi e di affetti in .cui l'originario nucleo della relazione :scientifica è stato calato: la fede nei beni .~upremi della libertà e della razionalità e dignità umana, di cui i popoli arabi hanno fatto negli ultimi decenni varie e non ·sempre feconde esperienze; la simpatia vi- ·vissima per questi popoli alla cui civiltà l'autore ha dedicato tante e così meritorie ·fatiche; la partecipazione intensa e me- .ditata alle vicende del mondo contemporaneo. Si tratta in sostanza di una storia della lunga vicenda per cui - decaduti dalla loro (per noi medievale, per essi classica) grandezza - i popoli arabi sono venuti acquistando la fisionomia politica con la quale sono presenti sulla scena del nostro tempo; una storia, peraltro, ricostruita assai più nei motivi delle sue tensioni spirituali che nella cronologia e nella cronaca dei singoli avvenimenti. Ne derivano una serie di rilievi che, quando non sono nuovi, acquistano nuova luce dal contesto storico in cui sono inseriti. Dalla storia più che millenaria dell'Islam e dei popoli arabi due elementi emergono nella loro originaria e mai compiutamente risolta divergenza: l'universalismo religioso del primo, il sentimento razziale ed il congiunto orgoglio politico dei secondi. D'altra parte assai tempestivo fu anche il processo, per cui il primato arabo nel vasto impero sorto sotto i segni dell'Islam si ridusse dalla primitiva egemonia politica a mera superiorità religioso-culturale nell'ambito dei diversi stati, in cui la stessa unità politica si venne dissolvendo; mentre ogni vitalità, non soltanto politica, ma ora anche culturale e civile, veniva meno ai popoli arabi e arabizzati che i Turchi successivamente ridussero alla pro- . . pr1a soggezione . Si apriva così - proprio quando in Europa il Medioevo si chiudeva e i popoli europei iniziavano con la luminosa civiltà rinascimentale una nuova e assai più ricca fase della loro storia - il 1 ungo Medioevo arabo: medioevo, d'altra parte, non (come quello europeo) di lenta e faticosa gestazione di una nuova civiltà dall'incontro di stirpi e di tradizioni diverse, ma di mero decadimento materiale e morale, durante il quale le terre e le genti del Medio Oriente vennero acquistando quella fisionomia di desolazione e [119] Bibliotecaginobianco
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