rono i futuri trionfi del fumetto « romantico>>: i giovani eroi, destinati a diventare a loro volta ingegnerj minerari, avrebbero fatto sanguinare, negli anni del dopoguerra, i cuori di ·procacissime, ingenue cover-girls). Sulla copertina, in tavole a colori che ricalcavano quelle della Domenica del Corriere, i « ragazzi d'Italia>> riapparivano al centro di ardimentose ·vicende di attualità. La più morbida e <<adolescenziale» tra le serie avventurose venute dall'America, quella di Cino e Franco, ebbe una nutrita schiera di epigoni (39 ). Nel Corriere dei Piccoli l'ossequio alla maniera delle funny pictures durò più a lungo che negli altri giornali per l'infanzia, e l'ingresso dell'avventura fu perciò più tardo. La guerra d'Africa (come accennavamo all'inizio di questo paragrafo) vi venne rappresentata ancora tutta sul ritmo dei versicoli vecchio stile. « I ragazzi della nuova Italia» che seguivano le nostre truppe coloniali avevano le sembianze dei soliti, ignari pupazzetti; anche se, di tanto in tanto, stanchi di gingillarsi tra i palmizi, enunciavano propositi bellicosi: « Catturar dobbiamo un fiero / Abissino prigioniero>>. Ma lo sforzo di non compromettere l'equilibrio di una formula la cui onorata esistenza continuava da decenni appariva ormai evidente in ogni pagina del settimanale, specie quando - ed accadeva sempre più spesso - le tradizionali figurine comiche erano costrette a misurarsi con argomenti troppo attuali e scottanti. Era, comunque, uno sforzo destinato a fallire. Gli ilari balilla del Corrierino solevano cantare, in quegli anni, delle strofette non prive di sapore profetico: « Il Fascismo è un •clima duro / che vuol bimbi forti e sani la sua meta è nel futuro / perchè il bello vien domani. .. » ( 39 ) La serie americana dal titolo << Tim Tyler's Luck », disegnata da Lyman Young per il N. Y. American, fu riprodotta, in Italia, prima da Topolino (sul quale i due protagonisti si chiamavano Tim e Tom), poi dall'Avventuroso dove acquistarono i nomi, più popolari, di Cino e Franco. Lo schema della coppia di adolescenti in cerca di avventure fu poi ripreso, in diecine di storie, su tutti i giornali: si ricordino, ad es., Mario e Furio, e Gino e Gianni di Topolino, Mario e Carlo dell'Intrepido; tutti impegnati in vicende <<africane». Va osservato, a questo proposito, che le avventure ambientate in Africa si moltiplicarono, nella stampa infantile italiana, soprattutto negli anni 1938-40, cioè nell'epoca in cui si prese a parlare, con maggiore insistenza, della necessità di creare una <<coscienza imperiale». Negli stessi anni, i colossi cinematografici del Regime (Luciano Serra Pilota, Gibuti, Abuna Messias, ecc.) diffondevano le immagini mitiche dei colonizzatori delle terre conquistate, degli italiani che <<facevano fortuna » nell'Impero. [106] Bi~liotecaginobianco
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