cava in un bestiario concitato e gesticolante (23 ). Come alla « tavola a colori>> si era sostituita la « vignetta », così ora la vignetta è chiamata a sveltirsi, a ritmarsi, diventa << cartone animato ». Nei cartoons disneyani l'americano del secolo XX andava scoprendo uno zoo parlante capace di interpretare le sue sfumature psicologiche, di pescare con arguzia nelle sue occupazioni, nei suoi day-dreams, nei suoi miti tradizionali, cospargendoli in pari tempo dello stupore prezioso e inesauribile dell'infanzia (24 ). Il mondo dei comics ( 23 ) Il personaggio di Topolino era l'ultimo rappresentante di una schiera d i bestiole più o meno frequentemente parlanti, dai tratti a volte molto origin ali e incisivi, che avevano popolato il mondo dei comics fin dalle origini. Aveva cominciato Swinterton, uno dei fondatori del genere, con le storie intitolate cc Little Bears and Tigers »; poi erano nate, sempre in America, le fantasie surreali di Verbeck, il quale aveva creato, tra l'altro, dei personaggi misti, fatti cioè di elementi appartenenti a due bestie diverse (The ·Emunicorn, il mulo-liocorno, The Ippomosquito, l'ippopotamo-zanzara) e aveva realizzato addirittura deJle combinazioni grafiche tra bestie e oggetti inanimati (quasi, se è lecito, un incontro tra la fantasia allucinata di un Bosch e quella pompieristica di un Salvator Dali, in chiave di fumetto). Non si dimentichi il cane (muto) che accompagnava i protagonisti di Buster Brown (Mimmo e Mammola), nè un antenato del disneyano Donald Duck (il nostro Paperino), che comparve nel 1910 sul N.Y. Herald col nome di Jhonny Quack. Con un simpatico, notissimo coniglio, a nome Pietro (Peter the Rabbit), disegnato per la Tribune di New York da Harrison Cady, con The Pussycat Princess, con Felix the Cat (il nostro Mio Mao) e con il cane parlante Napoleon - che sono tra i personaggi di maggior rilievo nella storia del fumetto - giungiamo proprio nel periodo in cui Disney realizza e perfeziona il suo zoo a colori. ( 24 ) Le avventure di Topolino, create da Disney intorno al 1928, giunsero in Italia nel 1932, edite dalla casa Nerbini di Firenze. La cc Mondadori » prese a pubblicare Topolino, con periodicit~ settimanale, nell'agosto del 1935 ( sulla testata si leggeva: << Anno IV »). Direttore responsabile fu Antonio Rubino, una delle firme più notedel Con-. d. P. Oltre alle storie disneyane, Topolino cominciò a pubblicare fumetti di avventure,. per lo più americani; riesumò, fin dagli inizi, personaggi già molto not i nel mondo delle funny pi·ctures, introdusse un particolare tipo di narrazione fantascientifica. I dueragazzi Tim e Tom (che poi si chiameranno Cino e Franco), Audax (una guardia a cavallo della « pattuglia volante», disegnata da Zane Grey), Gioietta Portafortuna, lestorie di Ella Parella, disegnate da Bill Conselmann e Charlie Plumb, le vicende (italiane, queste) di Guido Ventura, di Kit Carson cavaliere del West (disegnato da Rino Albertarelli), di Pino t"l mozzo (sceneggiatura di F. Pedrocchi, disegni di Nino Fagotto) e le avventure che si svolgevano << Sotto il segno dei Savoia~ (a cura di Pe- [98] Bibliotecaginobianco
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