tronde, la forza dell'abitudine e la quotidiana famili arità con i protagonisti dei comics avevano fatto smarrire, ai grandi e ai bambini, il s enso che si trattasse di personaggi «importati». Tra i vecchi e i nuovi characters, tra gli originali e i « ricalchi » le differenze erano, a v olte, così tenui da non far sottilizzare sulla provenienza geografica di ques to o quel componente la carovana comica del Corriere dei Piccoli. Il primo personaggio veramente sentito come americano, da noi, sarà Topolino; prima di lui, chi si sarebbe mai sognato di far distinzioni tra Fortunello e Bo naventura, tra Capitan Cocoricò e Sor Calogero Sorbara, tra Arcibaldo (per fino) e Sor Pampurio? A pochi mesi dalla scomparsa del settimanale, i redattori del Giornale dei Balilla si erano dunque già resi conto che i tempi del Giornalino della Domenica erano tramontati, e che le epiche fanfare potevano ormai 'risuonare, nel cuore dell'infanzia, soltanto sul ritmo sommesso dei versicoli <li cui era stata invasa l'Italia, sulla scìa del « minor Corrire ». Le rutilanti tirate ideologiche si diradarono, sommerse da dieci ne di figurine colorate Peverelli e poi di Alberto Traini. Il Monello constava, agli inizi, di quattro pagine di piccolo formato, le quali recavano sia storielle ri mate tipo Corr. d. P. che i primi esemplari di fum.etti di avventure (con tigri, giu ngle e principesse indiane); tutti i disegni erano di produzione italiana, per quanto i nomi dei personaggi suonassero, a volte, come americani (l'eroe principale del Monello si chiamava Jackie Cooper). Un esperimento interessante, ed in parte nuovo, fu rappresentato da Novellino (« racconti e romanzi per ragazzi »), pubblicato a c ura dell'editore Rizzoli a partire dal 1934 (direttore Eugenio Gara, redattore capo Milly Dandolo). Si trattava di un vero e proprio settimanale di attualità e varietà pe r ragazzi, a rotocalco, la cui sezione narrativa era concepita sullo schema del periodico femminile Novella (anch'esso edito da Rizzali) e veniva affidata agli stessi collaborator i di quello. Lunghi racconti, storie di viaggi ed esplorazioni, sport, cinema, storielle umoristiche, giochi e concorsi costituirono i temi del giornale, che ebbe vita relativamente breve. Per quanto si riferisce alla stampa per le bambine , essa ebbe, anche in quel periodo, una fisionomia tutta particolare, diversa d a quella dei giornali per ragazzi. Basti confrontare (tanto per fare un esempio) il mediocre conformismo, la piattezza editoriale e l'arretratezza tecnica di La Piccola Italiana - << settimanale illustrato di guida e c~ltura per le giovanette italiane», nato a Milano nel 1927 e diretto da Angelo Tortoreto - con il disordine, molto più vivace, d e Il Balilla; il quale - come abbiamo detto - per quanto fosse un organo politico e come tale particolarmente esposto alla retorica dominante, risentì l'influsso antic onformista della stampa infantile americana. (%] Bibliotecaginobianco
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