un livello di comprendonio adatto all'età dei lettori, e perciò senza sover- ,chie sfumature - una « palestra di lotta », una « fucina di passione ». In tal senso è onestamente difficile sottrarsi al sospetto che il Giornalino della Domenica - per quanto fosse stato concepito da uomini schietti ed onesti, da « patrioti insospettabili » - abbia avuto la sua pur modesta -parte di colpa nel « fare » un determinato tipo di italiani, negii anni int<;>rno alla prima guerra mondiale. Esso fu, sia pure nel tono e con le modalità -del genere cui apparteneva, il riflesso significativo di una temperie culturale e di un clima politico che preannunziavano gli orizzonti più confusi ,ed oscuri. Certi schemi organizzativi, che verranno poi utilizzati dal regime fascista nel settore della « milizia » infantile, appaiono esattamente « preéorsi » in un singolare tipo di sodalizio che, fondato nel 1908 tra i lettori del Giornalino, andò sempre più allargando la cerchia degli adepti. Un ·nerboruto attivismo («il fare supera l'apprendere», fu uno dei motti escogitati dagli organizzatori del sodalizio), il culto eroico della forza, lo sciovinismo più orecchiabile erano infatti i capisaldi pedagogici sui quali Vamba - l'antico umorista e ironista del Capùan Fracassa, del Don Chùàotte, del Falchetto - fondava il suo « Stato-balocco» (5). La terza serie del ·G1:ornalino, che vide la luce durante gli anni del dopoguerra, tra il 1921 e il 1924, segnò il chiarirsi, l'esacerbarsi di questi motivi. « Nel tempo di Ticume moralistico ». Nel medesimo articolo, in polemica con Croce - « il pontefice massimo della critica al dì d'oggi» - si faceva intendere che, per ottenere migliori risultati, i primi due ingredienti della ricetta su riferita dovevano essere esclusi, lasciando campo libero al terzo: « in fatto di educazione, null'altro ha valore se non 1'esempio [....]. L'esempio soltanto ha valore di insegnamento educativo, perchè sospinge alla imitazione; quindi, tanto più appare viva la creatura d'arte, tanto più appaiono vive le azioni che ella compie, tanto più potenti sono le sensazioni e i sentimenti, che hanno scaturigine nei sensi e nell'animo del lettore». ( 5 ) Lo « Stato balocco » era un organismo retto statutariamente da un governo autoritario (la Camera, presieduta dal Fanciulli, si riunì una sola volta). Fin dal 1908 ·esso annoverava, tra le sue Prefetture e i suoi Consigli comunali, quelli di Trieste e Trento. Una delle campagne più vivaci (e «precorritrici») che il sodalizio combattè tra i suoi aderenti, sul piano del costume, ebbe per oggetto l'abolizione del «lei». La parola d'ordine divulgata tra i «tesserati» era: « l'Italia innanzitutto»; l'intento predominante fu di opporsi alla bassezza morale del tempo, consistente nel fatto che << non -si sa più comandare e obbedire, tra gente che non sa più volersi bene». « I funzio- [81] Bibliotecaginobianco ·
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