Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

lista hanno sempre ritenuto che l'impegno dello Stato nell'industrializzazione del Mezzogiorno dovesse limitarsi alle opere pubbliche e magari all'istruzione professionale. Ed è significativo che su questo terreno la Sicindustria non ha seguito la Confindustria: si deve ritenere che tra Cortese e Malagodi vi sia su questo argomento Io stesso dissenso che divide Lacavera e De Micheli? L'atteggiamento assunto dal giornale del Pattito liberale sulla questione dell'impianto siderurgico nel Sud farebbe quasi ritenere di sì. Infatti, nell'articolo chè si è citato, « La sfida della fiducia », che pur rappresenta un passo avanti rispetto alle posizioni del liberismo già oltranzista e fazioso, l'on. MaIagodi si è limitato ad affermare che Io Stato deve provvedere nel Mezzogiorno alle « opere straordinarie »; e questo dopo che era stato pubblicato, su Ila Tribuna dell'8 marzo, una nota (intitolata: « L'acciaieria fantasma» e firmata: Vincenzo Ferrari) che adduceva una serie di considerazioni circa l'inopportunità di una iniziaLiva diretta a creare un impianto siderurgico dell'IRI nell'Italia meridionale quando la congiuntura è cosi «delicata» come quella attuale. Sul che si potrebbe anche discutere, se la nota della Tribuna non risentisse, nella forma e nella sostanza, di una ispirazione che conferisce un significato molto restrittivo al concello di « opere straordinarie » per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno; se essa non risentisse, cioè, di una ispirazione che si addice al liberismo massimalista di Sturzo e di Pella, non agli orientamenti di quel liberimo illuminato cui l'on. Malagodi potrebbe, dovrebbe, e forse vorrebbe, commisurare gli impegni politici del PLI. Non si può, per esempio, non respingere la tendenziosa contrapposizione di cui si legge nella nota in questione fra il parere dei « tecnici » ed il parere dei « meridionalisti », contrari i primi e favorevoli i secondi alla iniziativa dell'IRI per la costruzione nel Sud di un nuovo complesso siderurgico: non si può accettare una contraposizione del genere quando si sa che tecnici meridionalisti, come Saraceno e Sylos Labini, e meridionalisti non sprovveduti di esperienze tecniche, e peraltro militanti nel PLI, come Cortese e Lacavera, concordano pienamente nel riconoscere l'opportunità di realizzare e localizzare nel Sud il nuovo complesso siderurgico dell'IRI. Così non sì può non ravvisare un argomento altrettanto tendenzioso in un altro significativo accenno della nota apparsa sulla Trib una: ivi si legge infatti che, « mentre aumentano le candidature delle regioni che vorrebbero ospitare l'impianto, sembra diminuire la plausibilità di costruirlo ». Questa affermazione è basata sul fatto che l'on. Segni, secondo La Tribuna, anebbe invitato I'on. Pastore a « riconsiderare le chances della Sardegna »; il che significherebbe sacrificare quelle di Taranto, alle quali deve essere certamente assai interessato l"on. Colombo. Così - sembrano sperare gli ispiratori della nota apparsa sulla Tribuna - tra Segni che non può sacrificare le « chances » della Sardegna e [38] Bibliotecaginobianco

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