Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

Ora, tutto ciò significa che l'ideale supremo della convivenza non è qllello dell'obbedienza a una norma, ma bensì quello della reciproca persuasione e comprensione e tolleranza: e -chequindi questo ideale della tolleranza è appunto quello «spirito>>, a cui debbono informarsi le «lettere»· di tutte le leggi. Ogni disciplina legale, ogni ordinamento politico, ogni equilibra.mento ·sociale, non dovrà mai avere altro scopo che quello di rendere ' .sempre più universalmente e pariteticamente possibile la mutua comprensione e considerazione delle ragioni e degli interessi. Ma per ciò stesso questo perenne ideale della convivenza nella comprensione tollerante, che .deve informare ogni altra norma di •condotta e ogni eventuale formulazione di legge, è sempre al di là di ogni possibile concreta formulazione. È in questo senso che esso è lo «spirito», chiamato a vivificare ogni «lettera», la quale .altrimenti resterebbe lettera morta. Sul. piano giuridico e su quello politico, noi potremo avere infiniti problemi. Avremo da decidere, mille volte, se il potere di espressione e di asserzione delle proprie ragioni e delle proprie esigenze non appartenga a certi individui e a certi gruppi più che a certi altri, e da escogitare i provvedimenti per migliorare continuamente l'equilibrio delle possibilità di espressione e di affermazione di ognuno. Non altro •chequesto intendiamo, quando diciamo che combattiamo per la giustizia fra gli uomini. Tutto lo sviluppo della democrazia è nella progressiva miglior soluzione di questi problemi~Ed è chiaro che, in questo senso, quelli che tra essi si usano chiamare problemi di ordinamento economico e sociale non hanno minore importanza di quelli che si sogliono chiamare problemi di ordinamento costituzionale o politico. Così, in deter-minati casi, noi potremo anche occuparci della sorte di tradizionali istituzioni educative, e magari deplorare e ostacolare la diminuzione dell'attività di singole associazioni o istituzioni o o chiese o altri organi di diffusione di ideologie particolari, esattamente come potremo deplorare e ostacolare la diminuzione di certe istituzioni scolastiche o quella del numero di poliziotti previsti come necessari per tener l'ordine in una città. Questi sarano i nostri problemi di cittadini e di uomini politici, le nostre angoscie morali; e la filosofia, l'etica, cioè la considerazione generale della libertà e della tolleranza, potrà sì indirizzarci in generale in vista delle nostre decisioni e delle nostre scelte, ma non potrà mai suggerircele con la meccanica sicurezza con cui una calcolatrice ci offre il [32] Bibliotecaginobianco

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