\ dev'essere là, e agire o come massima giurisprudenziale, o come.precedente stabilito dal giudice. Se questo non fosse, alla giurisdizione secondo la legge subentrerebbe una giurisdizione secondo equità, che non. garantirebbe abbastanza il rispetto per il punto di vista del1'accusato o del litigante a paragone del rispetto per il punto di vista del giudice. Perchè accade questo? Perchè l'attività giurisdizionale è sempre, in maggiore o minor misura, un'attività coercente. È un'attività nella quale interveniamo, più o meno, nell'ambito di libertà di qualcun altro; e in cui quindi siamo, in quella sfera e in quel senso, intolleranti rispetto ad esso. Ma proprio per ciò è necessario che noi preannunciamo il più precisamente possibile, in anticipo, i limiti in cui saremo intolleranti, in cui tÌoè non tollereremo l'infrazione della legge. È per questo che ogni norma è sempre un avvertimento rispetto al futuro, e che la retroattività delle leggi è in genere respinta dagli ordinamenti giuridici. La stessa cosa, d'altronde, accade anche quand<?~e norme giuridiche della condotta si presupponITT-no destinate a una giurisdizione non umana ma divina. Anche quando si deve rendere conto ad un_tribunale ultraterreno, è necessario conoscere in anticipo le norme e le sanzioni: donde i precisi comandamenti, le precettistiche e le casistiche di ogni chiesa. Lo stessoSan Paolo, del resto, è disceso non di rado a formulare simili precetti, pur avendo altrimenti detto che tutta la nuova legge si compendiava nell'amare il prossimo come sè stessi. Ma, com'è naturale, la coercizione giuridica non è per sè stessa il supremo ideale della convivenza umana, anche se il fatto di essere giuridica, cioè regolata da garanzie legali, la caratterizza come strumento di civiltà a paragone di quella della mera forza e della mera violenza. I codici oc-corrono: ma ci si augura che i giudici, e la forza pubblica, siano il meno possibile costretti ad appliç,arli.Possiamo non accettare senz'altro il vangelo della non-violenza e della non-resistenza al male (accettarlo equivale, nella sostanza, a respingere la necessità di ogni ,coercizioneanche giuridica): ma in ogni caso spariamo contro i nemici, o mettiamo in prigione i delinquenti, soltanto qu~ndo non riusciamo a .convivere con loro in pace. E nessuno potrebbe considerare indesiderabile (anche se è ancora molto ipotetico) un remoto futuro in cui noi riuscissimo a convincere anche le zanzare a non pungerci, o i bacilli a non farci venire la tonsillite senza bisogno di ammazzarli con la penicillina. [31] Bioliotecaginobianco
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