Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

della ragionevolezza, è colui che non ha nessuna comprensione e nessuna pietà per i matti (e si capjsce che matti sono, per lui, tutti coloro che non la pensano come lui). Del resto è stato più volte osservato che, se va al governo la Verità coll'iniziale maiuscola, il risultato è la dittatura, mentre il liberalismo è essenzialmente caratterizzato anche dal diritto di fare errori e dj dire sciocchezze. Insomma, per quanto si esamini la cosa, e si prospettino possibili situazioni nelle quali l'imperativo del comprendere appaia condizionato dall'accettazione di una previa e diversa verità, religiosa o filosofica, non sembra. possibile sfuggire alla conclusione che una simile verità è introvabile. Essa può essere più o meno importante, al fine stesso dell'abitudine alla tolleranza e al dialogo, ma non è m~i sottratta essa medesima al dialogo. L'imperativo del comprendere non ha mai altro fondamento che sè medesimo. Esso è quella buona volontà, che regge sulle spalle tutto l'universo morale. Le religioni e le filosofie l'~anno designata con nomi diversi, ma si tratta sempre della stessa cosa, si chiami essa amore del prossimo nella Bibbia, o amore non ·solo di chi è prossimo ma anche di chi è remoto nelle iscrizioni di quel maestro della tolleranza che fu il re indù Asoka, o considerazione degli altri non •come mezzi ma come fini, o rispetto della libertà di coscienza, o spirito di tolleranza, o spirito liberale, o comunque altrimenti si ami designarla. Essa è l'eterna radice, la perenne condizione di esistenza di tutto ciò che ha valore morale e civile nel mondo. Che essa non sia appesJ. ad alcun uncino metafisico, che non dipenda da altro che dalla nostra volontà di farla essere, non deve sorprendere. Qui siamo di fronte, infatti, alla nostra responsabilità morale, la quale non può da noi essere ceduta nè a Dio nè al diavolo, nè alle stelle nè agli atomi, nè alla Ragione nè 'all'Essere, giacchè basterebbe che la cedessimo a qualcun altro per farla cessare di essere la nostra responsabilità n1orale. * * Ma a questo punto si presenta una difficoltà più sottile. Si può dire: « Ammettiamo pure che non sia possibile rintracciare una qualsiasi dottrina logica, metafisica o religiosa, c~e si presenti come la base necessaria e indiscutibile del dovere del discutere. Ma l'affermazione di questo dovere del . [26] Bibliotecaginobianco

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