Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

Non pare, dunque, sulla scorta di queste risultanze di ordine statistic•o . . e dei calcoli di previsione, rigorosamente appoggiati da una documentazione sperimentale, che possa contestarsi il fatto che il traguardo competitiV'ò, per l'energia nucleare, si è sen_sibilmente avvicinato. Va notato che la tabella dei costi riportata dal Financial Times, si fonda evidentemente suHa esperienza acquisita mediante un tipo di reattore nel quale il costo di impianto gioca in una proporzione assai rilevante. Non si vede,. dunque, come ciò che sarà valido entro qualche lustro, uno o due al massimo, per paesi provveduti di un patrimonio di materie prime pressochè inesauribili, non debba riuscir valido anche per un'area, come quella delimitata dal Garigliano, ancora sottosviluppata o, comunque, suscettibile di forti incrementi produttivi. Il fatto che la scelta della BIRS si sia appuntata sul Mezzogiorno d'Italia, quando si è trattato di indicare una zona nella quale produrre, su -base sperimentale, energia elettronucleare, non può evidentemente essere considerato come un puro caso; come non può essere ritenuto frutto di predilezioni astratte la scelta che l'AGIP ha fatto, quando ha deciso di costruire a Sud di Roma la prima centrale elettronucleare « di tipo inglese», cioè alimentata ad uranio naturale. Sarebbe del tutto errato, d'altra parte, supporre che ai fini di un piano di sviluppo economico, quale è quello in corso da un decennio in Italia, a vantaggio del Mezzogiorno, si possa agire soltanto in base ad una int~rpretazione rigoristica della legge della domanda e dell'offerta. Se così fosse, dato che le statistiche sull'utenza registrano per il 1958 una leggera flessione dei consumi elettrici per l'Italia meridionale, bisognerebbe concluderne che per il Sud non sono convenienti nè le centrali elettronucleari, nè quelle termiche, o idroelettriche, o geotermiche: ciò che è troppo evidentemente :1ssurdo. Creare sin d'ora nell'Italia Meridionale un antefatto energetico, che permetta d'intervenire con un certo respiro, nella certezza di disporre in futuro di un « ceiling » di energia tale da consentire ogni possibile sviluppo economico, è il meno che si possa richiedere a dei pianificatori avveduti. Invocare quindi il fattore ecologico, per documentare l'antieconomicità della soluzione nucleare nel Sud, è indice di una miopia economica che non è facile contrastare perchè è palesemente illogica. Semmai, può ·porsi il que- [17] Bibliotecaginobianco

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