riamente uno schieramento pregiudiziale di interessi e quindi di forze contrastanti; ed è a questo titolo che ci sforzeremo di portare all'attenzione dei let_tori di quella rivista, apertamente e onestamente meridionalista, sulla quale è stato espresso questo parere contrario alla immissione della energia di origine elettronucleare nel quadro produttivo del Mezzogiorno, alcuni dati obiettivi, ,che testimoniano come la decisione di costruire a sud della linea del Garigliano due centrali elettronucleari non sia poi quella cervellotica intrapresa, che qualcuno mostra di ritenere. In primo luogo, una osservazione di carattere generale, perfino ovvia: non si può discutere di applicazione dell'energia nucleare nel settore della produzione di energia se non istituendo un raffronto con tutte le iniziative che sono state prese in tale campo dalle Nazioni più progredite nella produzione di energia eiettronucleare. Osservazione ovvia, come si diceva, ma spesso trascurata. E, vorremmo aggiungere, sorprendentemente trascurata, dal momento che, per le condizioni obiettive della nostra industria nucleare, se non altro, dobbiamo affidarci, almeno in parte, a complessi industriali di altri Paesi per fa costruzione delle due centrali elettronucleari di cui si è proceduto, proprio in questi giorni, ai lavori preliminari. È perciò lecito supporre che alla radice di opinioni come quella citata, ci sia, innanzitutto, un difetto di informazione. In altre parole, mettere in dubbio la economicità della soluzione elettronucleare che in Italia si sta cercando di dare all'arduo problema energetico, è ammissibile soltanto da chi non abbia a sua disposizione tutti i dati più recenti sugli esperimenti di produzione di energia nucleare. Chi abbia seguito infatti il ritmo accelerato degli avvenimenti nucleari . di questi ultimi anni, e si potrebbe dire di questi ultimi mesi, non può non essere convinto del fatto che la piena competitività dei costi nucleari, nei confronti di quelli dell'energia tradizionale, è ormai alle porte. Quando negli studi preliminari del progetto ENSI (Energia Nucleare Sud Italia) che svolgemmo attraverso lunghi mesi di consultazioni, accertamenti e calcoli, insieme con Corbin Allardice, esperto nucleare della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, cominciammo a intravvedere, secondo una formulazione quasi aritmetica, che il traguardo della competitività era assai più vicino di quanto non credessimo in partenza, restammo quasi increduli noi stessi. Ma un esatto calcolo dei costi - anche tenendo [12] Bibliotecaginobianco
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