proprietari, arroccati sui loro terreni. Nel corso di questo secolo, invece, 1a frammentarizzazione delle proprietà private è stata accelerata dalla necessità di far fronte alle tasse di successione; la confusione e il crescente smembramento hanno condotto alla necessità, vieppiù sentita, di un controllo della pianificazione. La prima legge relativa all'abitazione e all'urbanistica fu votata in Inghilterra nel 1909; ma, sebbene la legislazione si sia da allora molto trasformata, fu sempre impossibile operare una pianificazione coerente su una proprietà molto suddivisa. Inutilmente le autorità pubbliche hanno protestato contro uno stato di cose per il quale il beneficio della pianificazione, da esse realizzato, è diviso gratuitamente tra i proprietari sotto forma di plusvalore, mentre esse sono costrette a pagare indennità ove gli effetti della pianificazione siano stati negativi rispetto al privato. I tentativi compiuti sino ad oggi per imporre una tassa di «miglioria» sono infatti quasi sempre falliti. La genesi di questo problema si configura attraverso tutta una serie di provvedimenti particolari, decaduti ogni volta sotto la spinta delle eccezioni sollevate dai privati. Il Comitato Uthwatt, istituito nel 1941, aveva cercato di chiarire in un rapporto i difetti finanziari dell'utilizzazione dei terreni. Il Comitato considerava la nazionalizzazione dei terreni come la cosa più logica, ma essa fu scartata a causa delle sue implicanze politiche, e delle spe~ulazioni metapolitiche cui si sarebbe prestata. Sulle analisi del Comitato si formò in seguito la base del titolo IV della Legge della Pianificazione urbana e rurale del '47: per esso il beneficiario del plusvalore avrebbe dovuto essere tassato su tale godimento, e - in certi casi - avrebbe avuto diritto a una compensazione. Il progetto non ebbe, ancora una volta il « placet » della pubblica opinione e dei proprietari. Perciò, nel 1952 si soppresse il fondo di 300 mila sterline che già era stato destinato all'amministrazione del Consiglio Centrale Fondiario, e si abolì la tassa di pianificazione. Attraverso varie vicende si giunse alla Legge di Pianificazione urbana e 1urale del 1954, una delle misure più incomprensibili che siano state votate dal Parlamento. Con questa legge il Governo divenne infatti responsabile del pagamento delle compensazioni, ma non si attribuì la possibilità di incassare tasse di miglioria dai proprietari. In pratica, ne derivano grossi profitti, inattesi per i felici proprietari di terreni non p1anificati che sono , stati zonizzati in vista di una pianificazione più vantaggiosa. Poichè essi hanno diritto di rifiutare, in parecchi casi, la pianificazione, diventa difficile [l21] Bibliotecaginobianco
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