Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

loggi di tutti i tipi uni- e plurifamiliari, per celibi, per famiglie numerose, per persone anziane, e sempre per persone di .reddito modesto; amministrano poi direttamente le case costruite, ciò che indirettamente le impegna nei confronti della durata e della solidità della costruzione. La loro attività ~i compie tuttavia nel quadro di una libera concorrenza economica, la quale obbliga alla specializzazione e alla razionalizzazione dei metodi di lavoro (1 3 ). All'inizio del '55 erano 2.449 le imprese sociali per la costruzione di alloggi di pubblica utilità, ed esse avevano costruito 1.468.442unità di abitazione; di questi 162.529sono stati trasferiti in piena occupazione ai loro primitivi affittuari. L'enorme fortuna di queste imprese, si deve al fatto che esse agiscono con la chiara_ consapevolezza che l'economia dell'abitazione rappresenta qualcosa di più, e qualcosa di diverso, dalla proprietà immobiliare; e il loro peso nella politica sociale ed economica della Repubblica Federale Tedesca è venuto di anno in anno crescendo. ' Il problema della casa in Inghilterra Con la rivoluzione industriale ebbe inizio anche in Inghilterra quella frammentarizzazione della proprietà fondiaria che impedì per molto tempo la realizzazione di una pianificazione razionale. Già il piano del 1666 di Sir Christopher Wren fallì appunto a causa dell'opposizione dei piccoli (13) Sebbene in cifra assoluta il numero di queste società sia diminuito rispetto al 1940 (esse erano allora 2.704), si deve tener conto che l'attuale cifra si riferisce alla sola Repubblica Federale. Alla fine del '54 erano costituite: 1.835 società cooperative, 509 società a responsabilità limitata, 73 società per azioni, 32 imprese di altra forma giuridica, oltre a più di 2.000 imprese sociali per la costruzione di alloggi di pubblica utilità. La costituzione della prima società di questo tipo è avvenuta in Germania nel 1850. Incoraggiate dai comuni, vennero in seguito fondate anche da essi, e nel 1910 si foi:marono società di questo tipo per volontà dei sindacati e della Chiesa. Dopo la prima guerra mondiale, lo Stato fondò delle società - le Heimstlitten - che nacquero dalla coscienza di un necessario incoraggiamento statale alla costruzione sociale degli alloggi. Il criterio oggi vigente per il riconoscimento della pubblica utilità rispetto a un'associazione di questo tipo consiste nel fatto che la ripartizione dei benefici non superi il 4% e che le autorità pubbliche constatino l'esistenza di un fabbisogno oggettivo per l'esistenza o il mantenimento di detta società. Bibliotecaginobianco [120]

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