Nord e Sud - anno VI - n. 53 - aprile 1959

suo egoismo - si era dimostrata sempre economicamente valida. Non era quindi possibile fare in Germania - secondo l'opinione corrente - alcunchè di simile a quello che era stato fatto in Francia o in altri Paesi d'Europa: se i proprietari si fossero visto ritirare il loro diritto e fossero stati trasformati in creditori di contratti enfiteutici, si sarebbe giunti - così si diceva - a una vera, quanto indesiderabile, rottura tra la sfera del diritto pubblico e quella del diritto privato. Questi concetti condussero indirettamente alla crisi l'urbanistica tedesca, la quale non trovò - nè a livello della Federazione nè a quello del Land - l'appoggio che le era indispensabile. Soltanto nel dicembre 1956 il Tribunale Federale, in un processo che fece epoca, dichiarò che ogni terreno è « socialmente vincolato », proprio in conseguenza della sua « situazione >>, e deve quindi conformarsi alla pianificazione regionale e locale. In questa dichiarazione era implicito il giudizio secondo il quale il diritto di proprietà non è leso ove uno dei suoi modi di utilizzazione_venga impedito al proprietario, a vantaggio della situazione nel suo insieme. Quanto alla questione dell'espropriazione, furono ancora i partiti politici che, nel timore delle reazioni dell'elettorato, impedirono la formazione di un concetto di espropriazione armonico rispetto alle esigenze della urbanistica. La legge relativa all'espropriazione contiene, infatti, un'omissione di base: essa non autorizza l'espropriazione del terreno costruito al fine di risanare, ad esempio, i quartieri insalubri, e non ammette quindi che il fine dell'espropriazione sia l'urbanistica in sè stessa. Questa legge si rivela inutile anche in conseguenza del timore, da parte dei rappresentanti del l.And, o del Comune, delle conseguenze politiche dell'espropriazione sui risultati delle elezioni municipali. Quanto alla situazione economica, non ostante la difficile crisi prodottasi negli ultimi due anni sul mercato dei capitali, non sono mancati quelli relativi alla costruzione. I prestiti ipotecari sono stati mantenuti, prelevandoli temporaneamente da un fondo di riserva iscritto nel bilancio federale; con nuovi sgravi di imposta, si sono poi attirati nuovi capitali verso il settore della costruzione, è cresciuto il mercato del credito ed è diminuito il tasso di interesse. Le imprese sociali di costruzioni di pubblica utilità « senza scopo di lucro» sono organizzate in cooperatiye o in società e rappresentano veramente una branca dell'economia collettiva nazionale. Esse costruiscono alBibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==