della popolazione, passata dai 930 mila abitanti del 1800 ai 4.400.0 00 del '54. Tale aumento è avvenuto inoltre in proporzione d ieci volte maggiore nelle città, a causa degli alti salari e dell'esodo dalle campagne. All'in izio, la costruzione delle abitazioni destina te al nuovo proletariato industriale venne compiuta senza un .piano prestabi lito. Ma le stesse insufficienze ch e vi si palesarono condussero le autorità a considerare il problema in una dimen- sione sociale. In tal modo già nel 1 856 fu promulgata una legge per r egola- mentare le condizioni di igiene e di sicurezza elementari rispetto al l'abita- zione. È caratteristico, inoltre, che in Danimarca l'iniziativa di costruire a fini non speculativi sia venuta prop rio dalla classe « alta», e non dai futuri occupanti di questo tipo di abitazio ni (6 ). Dopo la guerra del '39 l'attività de lle società edilizie a fini non specu la- tivi aumentò considerevolmente e raggiunse - rispetto al totale dell e abita- zioni costruite - il 44 °/4. È chiaro quindi che, mentre in cond izioni econo- miche normali il ruolo prepondera nte è giocato in Danimarca dall'edilizia privata, quando interviene una p erturbazione economica, subentra quella pubblica. Oggi il miglioramento d elle condizioni di abitazione è diventato una questione di interesse general e per la collettività, e quella edili zia si è trasformata in una delle industriechiave dell'economia danese. Gli organi- smi immobiliari di interesse social e, finanziati in parte con capitale privato e in parte con prestiti dello Stato, coprono oggi circa il 90 % del costo della costruzione. Il rimborso può essere scalato in 60 anni, in modo che le società immobiliari riescono ad accumular e un considerevole risparmio. Esso viene versato a sua volta a un fondo speci ale di costruzione, destinato a finan ziarne altre. In tal modo il locatario non approfitta del risparmio che si cos tituisce, ( 6 ) Una legge del 1887 aveva sancito, da parte dello Stato, la concessione di prestiti alle municipalità per la costruzion e di abitazioni destinate ai lavora tori delle città; e si era stabilito che le società costru ttrici si impegnassero ad utilizza re l'eccedenza del reddito sempre in nuove costruzio ni. Verso il 1908 l'offerta superò persino la domanda e si ebbe una crisi che si risolse soltanto con la prima guerra mo ndiale. Nel periodo dal 1922 al '27 la metà delle cost ruzioni realizzate lo fu da parte di società « a scopo non lucrativo». E nel '39 si ebbe - rispetto al fabbisogno di allo ggi - persino una certa « riserva ». Il fatto, però, che i pres titi non superassero il 55-65% de l costo delle costruzioni, condusse gli imprend itori a cercare prestiti importanti anche su ipoteche di terzo rango; ciò che accrebbe a ncora una volta il costo delle costruzioni, sia a caus a dei tassi elevati relativi a questo tipo di prestiti che al tempo assa i breve in cui dove- vano essere rimborsati. [110] Bibliotecaginobianco
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