sto proposito: « da un secolo a questa parte, il nostro rapporto con l'arte è andato sempre più intellettualizzand,osi »). Si deve riconoscere, tuttavia, che la delicatezza e complessità dei fattori e degli elementi di giudizio rende particolarmente ardua ed impegnativa la tutela dei centri storici nell'incontro tra antico e nuovo, la coesistenza, cioè, di istanze che si vuole comporre in organica unità, e che talune esperienze negative posso.no invece indurre a ritenere antitetiche e irreparabilmente contrastanti. Si tratta, a questo punto, di << esaminare se le moderne tendenze meccanicistiche e l'uniforme standard che esse hanno provocato siano da accettarsi come un dato definitivo del nostro linguaggio formale, ~n dato che, volenti o nolenti, noi dobbiamo riconoscere valido; oppure se, essendo persuasi che esso non ha soddisfatto le nostre più profonde esigenze, non sia legittimo concludere che la moderna rivoluzione edilizia ha sostanzialmente mancato il suo I scopo, perché, mentre si sono rinnovati ed arricchiti i nostri strumenti, non si è adeguatamente rinnovata la nostra società>>. È solo in tali più ampi termini - osservava il Pane - che noi possiamo legittimamente impostare il rapporto antico-nuovo, e non già << sull'esaltazione e propaganda delle bellezze d'arte, né sul pratico suggerimento che esse siano difese a vantaggio di ·un'industria turistica>>, poichè il nostro profondo attaccamento alle sorti dell'ambiente antico partecipa, oltre che di una istanza culturale storicistica, di un moto psicologico ed affettivo, derivante, più che dal rimpianto per condizioni di vita irripetiibili che « un anacronistico compromesso>> rende ivi ancora possibili, soprattutto dal fatto che la città attuale condiziona negativamente forme moderne di vita. L~esigenza che ne deriva non può perciò contentarsi <;liun rassegnato rispetto di carattere «archeologico», o peggio di una conserva- , zione a fini puramente str11mentali.· In questi termini, una verifica critica delle esperienze compiute, la disamina delle condizioni che possono porsi all'operare, la valutazione anche di fatti specifici, al fine di trarne un contributo metodologico, rappresentano il necessario tramite fra un rigoros,a impostazione concettuale sul piano estetico e su quello etico, e la difinizione di una pratica normativa che, rispettando la libertà della creazione individuale, impedisca tuttavi,a quella di operare dei crimini: p·oichè dì crimini si tratta, in quanto, prima [96] Bi61oteca Gino Bianco
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