Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

za culturale - come problema critico, quindi - e da un'esigenza sociale - legata alla vita ed ai rapporti umani nella loro gener,alità. Una simile caratterizzazione individua, come 1 ben si comprende, oltre che la natura del problema, quella della sola possibile soluzione. Come cioè, noi ·poniamo la questione in termini di critica urbanistica, così essa può essere risolta soltanto sul piano di un intervento urbanistico; che è quanto dire attraverso il piano regoLatore, giacché - come giustamente osservava a Milano Roberto Pane in sede di relazione ufficiale - « nessuna tutela è concepibile se non in stretta coerenza con una gener1ale ed organica ,previsione urbanistica che si ispiri ad una più vasta esperienza di cultura». Si può osserv,are a tale proposito che, come solo relativamente recente è l'estensione all'ambiente del concetto di monumentale (un tempo riferito, com'è noto, esclusivamente a singoli edifici di eccezionale interesse). - estensione avvenuta contemporaneamente al riconoscimento critico dei valori corali di quella che con felice ·espressione è stata definita la << letteratura architettonica» (2 ); - così tipicamente attuale è l'aspetto assunto oggi da tali ·problen1i in relazione alle trascorse vicende belliche, e, congiuntamente, all'accennato ritmo di sviluppo ed espansione dei nostri· centri urbani. In effetti, il massimo errore in cui pur qualificati programmi di restauro ambientale rischiano di cadere, appunto in ragione del carattere di urgenza conferito loro dalle citate circostanze, è quello - citiamo ancora Roberto Pane - di « essere astrattamente estetizzanti da un lato, e strettamente funzionali ed econo·mici dall'altro, senza tener sufficiente conto dei profondi motivi psicologici e sentimentali dei quali è pure intessuta la vita dell'uomo». Il che si•• gnifica, in altre parole, tradire in sede di intervento una parte di quelle istanze che hanno fatto sentire urgente e necessario l'intervento stesso: riconoscere cioè la validità dell'impostazione culturale, ma omettere di raccogliere e rispettare le indicazioni provenienti dalla «_coscienza collettiva )) del problema (e giustificata, in tal senso, è l'osservazione di Malraux che Maurice Besset - nell'articolo « Buono e cattivo uso dei monumenti, o come impedire loro di divenire storici » - citava a que- ( 2 ) Cfr.: RoBERJ'OPANE: << Poesia e letteratura», in Architettura e arti figurative, Neri Pozza, Venezia. [95] Bibloteca Gino Bianco

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