denti, ,professori e allo stesso Provveditore agli Studi di Roma av,evano permesso al quotidiano romano di concludere che l'a,pparente severità con la quale quegli esami erano stati condotti aveva ad u·nico fondamento l'impreparazione degli· studenti; e di res.pingere, come sovvertitrice di tutta l'organ_izzazione scolastica, la pretesa << che le commissioni degli esaminatori fossero sottoposte, p•rima di essere incaricate, ad un preventivo vaglio>>. Il 24 ,agosto, tuttavia, i1 l Giornale d'Italia scopriva il libro del prof. Breccia. In una nota, dal titolo << Incredibile » e con la firma convenzionale Chib, si affermava: « Io non conosco questo professore Breccia, ma se il Ministero 'lo ha nominato tante volte commissario di es;t1me,....non è permesso pensare che, leggend.o, abbia avuto le traveggole>>. Successiva·mente, in soli quattro giorni, i redattori del giornale romano colmava·no le loro lacune in materia. << Questo profess.ore Br.eccia » diventava per l'occasione « un ill,ustre maestro delle nostre Università » e il suo vol,umetto forniva l',oceiasionead un articolo dalle intenzioni e dal titolo chiaramente volti a promuovere una grossolana speculazione (« Somari in cattedra>>, Gior12. d'lt. 28 agosto u. s.). L'articolo a firma ·di R,affaello Brignetti, faceva perno su due distint,e affermazioni. Da un lato, infatti, esso sottolineava la grave responsabilità che l'impreparazione di tanti candidati ~i concorsi faceva ricadere sull'Università e sui suoi docenti, che a quei candidati avevano rilasciato i diplomi di laurea, talvolt,a col massimo dei voti e la lode. D'altro lato, il Brignetti metteva in rilievo il pericolo ,che, fruendo di in·carichi nelle scuole statali e partecipando alle sessioni di esami, i << somari in cattedra » si ritrovassero a giudieiare nella sessione autunnale, più importante ancora di quella estiva, i giovani delle scuole secondarie, senza essere in nulla all'altezza del compito. Di qui si passava a prospettare il 1pericolo che incombev,a su migliaia di famiglie italiane, esposte a subir,e il danno della incompetenza di tanti pubblici funzionari, e si sollecitava l'intervento del Provveditore e dello stesso Ministero aflìnchè cessasse lo scandalo. In tal modo, dalla ripulsa di « un vaglio>> delle commissioni esamin~trici (cfr. il già citato servizio del 24 agosto) il Giornale d'Italia passava a ricl1iedere addirittura un'inchiesta sull'operato d,elle commissioni di esame e a pretendere che la loro composizione fosse alterata nella su·ccessiva sessio11e autun·nale; senza più pr,eoccuparsi, evidentemente, di eventuali sovvertimenti dell'organizzazione scolastica. Nè, come accennavamo, l'ar- [44] Bibloteca Gino Bianco
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