• • • • • • .sentono quell'accesso; sdoppiamento dei corsi uruvers1tar1 stessi 1n un triennio o quadriennio istituzionale e in due successivi anni o biennii paralleli, ad indirizzo scientifico l'uno, di preparazione professionale l'altro, a scelta dello studente. È da notare che le analisi e le soluzioni avanzate dalla Dentice ,erano relative, in ,particolare, alle facoltà di Lettere e di Magistero. A sua volta, su La Stampa del 13 settembre, Paolo Serini, pur accogliendo sostanzialmente le denunce del prof. Breccia, metteva in guardia contro le « affrettate e ingiuste generalizzazioni, che non erano certo nei propositi del Breccia e di altri che gli l1anno fatto eco>>; e riportava il cattivo funzionamento della scuola italiana µ}le assurde condizioni i11 cui essa si diibatte, e che vanno dal congelamento dei concorsi all'infelice trattamento economico dei docenti. Dopo di che, sembrava ~l Serini che sarebbe, semmai, da stupirsi se, « nonostante le squallide prospettive economiche e m•orali che esso presenta, ci siano ancora dei giova-ni di valore che si dedicano ail'insegnamento e vi perseverino con un impegno al q,uale non si renderà mai abbastanza giustizia>>. Rinn,ovamento d,elle facoltà universitarie che prepar.a·no all'insegnamento, oltre che concorsi frequenti e maggiormente basati sugli esami anzichè sui titoli chiedeva pure, in alcuni articoli su Il Giornale d'Italia, Salvatore Valitutti. << Se - egli osservava - i meriti attestati dai titoli di studio, di cultura e di servizio... sono effettivi, non possono non manif estarsi nella prova di capacità». Riferendosi, quindi, ai titoli costituiti da benemerenze patriottiche e militari, il Valitutti saggiamente notava che « '1'assistenza ,a coloro i quali hanno sofferto per il servizio prestato alla patria e che perciò sono in condizioni di inferiorità rispetto agli altri è un dovere della collettività, ma essa deve esplicarsi in forme compatibili con gli stessi fini di quel servizio, senza cioè ledere il pubblico interesse» (Il Giornale d'Italia, 10 sett. u. s.). A queste osservazioni che, 1 nella loro perspicacia, si ricollegano evidentemente alle posizioni assunte dagli scrittori già citati, il Valitutti univa, peraltro, una serie di proposte meno accettabili, ancorchè ispirate da una reale preoccupazione delle tristi condizioni in cui giace 1a scuOla italiana. Egli sosteneva, infatti, l'opportunità, per lo Stato, di acaentrare la s,ua azione educativa in scuole modello, poche di numero, ma alitamente qualificate, sia d,al punto di vista delle attrezzature sia da quello del livello del corpo insegnante: [42] Bibloteca Gino Bianco ..
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