intolleranti. Ogni rhnendicazione sindacale diven~ una «battaglia», ogni provvedimento strappato o imposto al governo << una vittoria»; l'abuso di un linguaggio militaresco è caratteristico delle gerarchie della Coldiretti, e potremmo citare ampiamente dai loro discorsi; esso dovrebbe servire a galvanizzare le masse, a prepararle spiritualmente alle future battaglie e conquiste, ad esaltarle nel sentimento della forza raggiunta. Il tema della forza è caro all'on. Bonomi, che giunge perfino a scrivere, con dubbio senso stilistico (nella relaz. cit.): « il mondo dei campi ha espresso, nella Confederazione dei Coltivatori Diretti una forza che è conscia della propria forza e non tollera più che altri settori siano ancora gli unici arbitri, i soli artefici del suo destino». A sorreggere lo spirito delle masse e a metterne in evide_nza la forza di fronte alla classe politica e ~11'opinione pubblica, nonchè a testimoniare l'ossequio alle gerarchie della Chiesa, la << bonomiana » fa ricorso, con tecnica sempre più aggiornata, a manifestazioni spettacolari; i Congressi nazionali della Confederazione si tengono a Roma, preferibilmente 1n aprile, con la partecipazione di decine di migliaia di organizzati. « Come è ormai tradizione - si legge ad apertura della relazione del 1957 - anche quest'anno oltfle 50 mila dirigenti delle Sezioni comunali e frazionali dei coltiv,atori diretti, dei coloni e mezzadri, delle donne rurali, dei giovani coltivatori ascendono il Palatino per la cerimonia inaugurale delrXI Congresso della Federazione Nazionale dei Coltivatori Diretti>>. Tutto ciò, è stato giustamente rilevato, va a scapito della democraticità delle assemblee: « si chiamano congressi - ha scritto recentemente il settimanale democristiano Politica, di Firenze - anche le adunate dei coltivatori diretti stipati a decine di migliaia coi labari delle federazioni fra i ruderi della Roma dei Cesari, ma sono una sagra dell'Italia rurale· dove - al riconoscimento di una dignità civile ai contadini chiesto fra molti applausi dal Presidente onorevole Bonmi - manca intanto il primo e più facile esperimento: il voto ai coltivatori diretti per scegliere i dirigenti del loro sindacato. È una cosa che dispiace a molti democratici cristiani, che pure hanno dato una mano quando ·erano .in gioe~ le Casse mutue dei coltivatori diretti ». Senonché i congressi della Coldiretti, potrebbe osservarsi ai democristiani fiorentini giustamente preoccupati per siffatti metodi e costumi, non sono convocati per discutere, vagliare degli indirizzi, procedere ad [36] Bibliotecaginobianco
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