agraria italiani; e si trattava altresì di estendere anche ai piccoli imprenditori contadini quelle forme assistenziali di cui già fruivano le categorie di lavor,atori su·bordinati. La nuova situazione e l'evoluzione delle campagne, facendo registrare un indebolimento dei maggiori interessi agrari, favoriva questo disegno di dilatare alcuni ·privilegi a quei ceti contadini imprenditori che si venivano sos_tituendo progressivamente, o entrav~no in concorrenza, con la classe dei vecchi agrari (9 ); e ancor 1 piu lo favoriva il programma economico-sociale della De1nocrazia Cristian.a, volta a determinare, con la sua azione, una struttura agricola più co11forrrìeai suoi ideali e interessi politici. A questo punto si comprende facilmente come la fortuna della Democrazia cristiana, divenuta l'asse di ogni formazione governativa, sia stata la condizion.e principale che ha determinato ancl1e il successo della nuova organizzazione dei coltivatori diretti: la quale aveva 'bisogno, per con~olidarsi, di dimostrare la propria capacità di pressione sul governo, perchè questo consentisse a piegare alle nuove esigenze gli strumenti di manovra nel campo agricolo che la •politica dei precedenti regimi aveva approntato, magari a favore di interessi più ristretti. Riasst1mendo, ci sembra di _poter f.are alcune constatazioni preliminari circa la natura e la composizione della Confederazione dei Coltivatori Direttì, quali si manifestarono sin dal suo primo apparire. Superando gli schemi del sindacalismo prefascist,a, essa riuniva i11 un unico fronte tutti i lavoratori agricoli non su·bordinati; all'attività di tipo solidaristico della tradizione « bianca >> preferiva la pressione frontale sullo Stato, dispensatore di privilegi e di provvidenze; l'inserimento della categoria nelle maggioranza ·governativa veniva prospettata come co11dizione necessaria per partecipare, attraverso l'organizzazione, al controllo di quegli organismi mediante i quali si estrinsecano gli interventi sta- ( 9 ) È interessante notare come il maturare della consapevolezza del mutamento .avvenuto nella struttura dei ceti agrari abbia influito sull'evoluzione dei rapporti tra Coldiretti e Confida. Le due organizzazioni cercarono in un primo tempo di fissare, tramite accordi, i limiti delle rispettive sfere di attività; denunciati gli accordi (cfr. Il Coltivatore, I maggio 1945), i d~e organismi hanno potuto fare causa comune in più occasioni, a patto che si riconoscesse alla << bonomiana » una posizione di preminenza (ad es., nei Consigli di amministrazione dei Consorzi agrari). fl7] Bibloteca Gino Bianco
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