Nord e Sud - anno V - n. 38 - gennaio 1958

-imprenditori contadini, qualunque sia il rapporto con la terra, e indipendentemente dalle riven-dicazioni particolari (dei mezzadri, ad esempio, e, in genere, di coloro che sono legati a un contratto agrario). Sono gli stessi interessi che attengono dirett.amente alla economia dell'azienda: quelli, classici, dei rapporti col fisco, dei carichi tributari, del credito agrario, ecc.; altri che la crisi dell'economia agricola, l'ac.~ centuato interventismo statale e la politica di ammasso e di sostegno dei prezzi ha messo in evidenza. Bisogna dare atto al gruppo « bonomiano >> di aver intravisto come, facendo leva su questi interessi, si potesse costituire l'unità dei ceti co11tadini non subordinati, che altrimenti avrebbero disperso la loro forza in organismi sostenitori di rivendicazioni particolari, o sarebbero rimasti fuori dalla vita sindacale; perciò l'organizzazione precisò subito il suo carattere di << fronte >>degli interessi agricoli dei piccoli contadini << autonomi», differenzian,dosi pertanto dalle stesse tradizioni del sindacalismo «bianco>>. Né si deve inoltre dimenticare che già allora si acce11tuava quella intrinseca debolezza (o se più piace, quella crisi) della· economia agricola in una società., come quella italiana, in vi.a di ammodernamento che sarebbe venuta maggiormente in luce negli anni seguenti. Si manifestava quindi la necessità per i ceti agricoli di trovare un equilibrio e una difesa dei loro magri redditi negli interventi dello Stato. Si aggiunga che il rinnovato clima democratico rivelava l'aspirazione di tutti i ceti rurali a fruire di quelle forme assistenziali, assicurative, previdenziali che lo Stato moderno assicura ai lavoratori; e questa era una rivendicazione comune a tutti i coltivatori diretti, proprietari e non proprietari. Da queste sommarie indicazioni possiamo intendere meglio il dise- _gno che presiedeva alla costituzione del nuovo organismo: il quale intendeva, facendo leva sugli interessi comuni, diffondere una coscienza di categoria in ceti tradizionalmente disgregati, farli ,agire come forza sindacale corporativa che preme sullo Stato per ottenere delle provvidenze in cambio dell'appoggio politico che elargisce alla maggioranza di governo. In sostanza, si trattava di far partecipare in parte i piccoli contadini imprenditori ai vantaggi della politica di ammasso e di sostegno dei prezzi, ai contributi e alle facilitazioni statali che, sotto la spinta dei grossi interessi agrari, veniva da tempo elargendo la politica [16] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==