tali nell'agricoltura. Nell'analisi dello sviluppo organizzativo della Confederlazione avremo poi necessità di fermarci su altre constatazioni: sull'emergere, ad esempio, di un brain trust che mortifica le aspirazioni democratiche degli organizzati, e sulla conquista da parte di questo gruppo di una posizione di primo piano nella vita politica, grazie appunto al controllo che è riuscito a stabilire sulla categoria. I primi passi della Confederazione dei Coltivatori diretti rivelarono su'bito un contrasto di fondo tra le forze politiche che avevano partecipato alla ricostituzione della C.G.I.L.. Da un lato, i socialcomunisti ricercavano la solidarietà del mondo contadino alle •rivendicazioni della classe operaia (10 ), dall'altro, i cattolici, creando una organizzazione pUtonoma di coltivatori diretti (sembra per suggerimento del gruppo gronchiano), rivendicavano libertà di azione in un settore dove avevano registrato, in p,assato, notevoli successi politici e organizzativi. Non v'è dub·bio che, insieme con l'aiuto del partito, del resto ai primi passi, e la mobilitazione delle parrocchie, le preoccupazioni operaistiche predominanti nella C.G.I.L. facilitarono il compito degli organizzatori della « Coldiretti ». Vale anzi la pena di ricordare che nella stessa C.G.I.L. - in un periodo in cui l'evasione all'ammasso e la borsa nera era rinfacciata ai contadini dagli operai consumatori - i piccoli agricoltori, i piccoli proprietari e gli affittuari che si era riusciti a inquadrare nella risorta Federterra rimanevano fatalmente in posizione subordinata; gli stessi tentativi dei sindacalisti di sinistra, di far leva sulle rivendicazioni dei cont~dini senza terra e degli affittuari e compartecipanti che aspiravano alla modifica dei patti agrari, predisponendo, dal governo, una serie di provvedimenti che valessero a conciliare i favori del mondo contadino di cui allora facevano parte, (si pensi ai decreti Gullo), ben presto dovevano venire contenuti dalla concorrenza che, dal governo, di cui in seguito la sinistra non faceva più parte, e attraverso tm'azione diretta di proselitismo nelle campagne, seppero opporre i cattolici. I quali, come abbiamo già avuto occasio11e ( 10 ) I coltivatori diretti di orientamento socialcomunista vennero inquadrati nella Associazione Nazionale dei Coltivatori diretti, facente capo alla Federterra. Dopo il '50 fecero la lo~o apparizione nel Mezzogiorno le Associazioni contadine che, promosse dai comunisti, si presentavano come <<autonome» rispetto alla C.G.I.L. [18] Bibloteca Gino Bianco
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