urbanisti, associandosi ad una mia iniziativa, han110 presentato al Congres- · so di Urbanistica, tenutosi a Torin·o nello scorso ottobre, un.a proposta così formulata: « Indipendentemente dalle possibilità offerte dai regolamenti vigenti, 110nsia consentito nei veccl1i nuclei urbani, di superare, in caso di ricostruzione, la cubatura in senso quantitativo ed altimetrico degli edifici preesistenti. Eventuali deroghe a tale misur.a dovranno risultare da appositi piani particolareggiati, intesi al miglioramento di condizioni ambientali di eccezionale gravità>>.Ora la frase << in se11soquantitativo ed altimetrico» esprime, per la verità in maniera piuttosto oscura, l'esigenza che le nuove costruzioni non soltanto non superino la cu·batura di quelle preesistenti, ma anche l'altezza media; poichè è evidente che, volendosi porre il solo limite della cubatura, sarebbe legittimo costruire torri e grattacieli, e cioè concentrare, in senso verticale, quello sviluppo cli fabbrica che in passato si è normalmente svolto in senso orizzo~tale: i11altre p.arole si ricadreb·be nel guaio che si voleva scongiurare. Ritengo quindi che per maggior chiarezza occorrerebbe modificare la richiesta nel modo seguente: <<•• .la cubatura degli edifici preesistenti se11zaperaltro superare l'altezza media delle fabbriche circostanti>>. Assai pericolosa appare poi l'ammissione della solita deroga alla norma proposta, specialmente se si pensa alla consumata abilità che sappiamo spiegare noi italiani nella interpretazione della legge quando è nostr.a intenzione togliere ad essa ogni efficacia di vincolo. E qui voglio soltanto aggiungere che una tale norma presenterebbe il vantaggio di scoraggiare quella speculazione che ha sinora trovato vantaggio demolire una vecchia casa perchè potev.a, allo stesso posto, costruirne un'altra di altezza almeno doppia. Si noti, d'altra parte, che anche volendo rinunziare a far ricorso alle ragioni della tutela artistica (ragioni che sono da tutti riconosciute m.a da ben pochi credute), basterebbe denunziare la maggiore congestione delle nuove più alte fabbriche del vecchio centro per rendere comprensibile anche ai peggiori filistei che l'eccessivo concentramento edilizio è un atto di vera e propria criminalità, le cui conseguenze pr.atiche e psichiche sono assai più gravi e durature di quelle di tanti altri delitti attivamente perseguiti dalla legge. Ora, la ricordata proposta ha già avuto l'approv,azionc del Congresso di Urbanistica; ma sarebbe assai utile che anche l'Associazione Italia Nostra la considerasse come uno strumento da porre in atto [90] Bibloteca Gino B_ianco
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