con estrema urgenza raccoma11dandolo subito ai ministri della P. I. e dei LL. PP. Vi è poi un'altra grossa questione che sinora ho toccato solo di passaggio: quella delle ·bellezze naturali. Se n'è già tanto p.arlato e tanto se ne parla altrove anche perchè si sta formulando una nuova legge in sostituzione di quella del '39, per la quale ancora oggi fanno parte delle Commissioni provinciali i r.appresentanti dei professionisti e artisti, dell'agricoltura e dell'industria e commercio; il tutto, cioè, secondo i dettami dello stato corporativo, d'infausta memoria. Vero è che il Ministero della P. I. ha cercato, con alcune circolari, di rimediare all'anacronismo; ma non si può negare che, a stretto rigore, le Commissioni ,attuali siano tutte illegali poichè le corporazioni non ci sono più; anche se sussiste, in larga parte purtroppo, lo spirito che le a11imava. Una novità dei nostri tempi è il piano paesistico, già raccomandato dal commento alla legge di cui sopra. Ma i piani paesistici esigono una costosa elaborazione di rilevamenti, sopraluoghi, com1nissioni di esperti, etc. e questo non può esser fatto dalle Soprintendenze, ma deve essere concepito td attuato come parte organica ed inseparabile del piano regolatore. Ad ogni modo è inutile che la legge riconosca una pubblica esigenza se nello stesso tempo non si provvede ai modi pratici per soddisfare l'esigenza stessa. Ma ancora più v,ano ed inutile è sperare in una nuova legge quando non si riesce nemmeno a far funzionare quella attualmente in vigore contro un organo che, pur appartenendo allo stato tutore del patrimonio artistico, si dimostra, in realtà, sovranamente autonomo. S.appiate, infatti, che gli stati indipendenti, compresi nel territorio italiano, non sono soltanto quello Vaticano e la Repubblica di Sa11Marino; ce n' e un .terzo ed è l' ANAS, la inqualificabile azienda che continua a dimostr.arsi a tal punto autonoma rispetto al decoro del paese da non rispondere neppure alle proteste che si sollevano, non solo da autorita, istituti ed associazioni nazionali, ma da ogni parte del mondo. Se una simile .abiezione continua ad essere possibile, alla faccia di tutti noi, è inutile far nuove leggi; c'è già abbastanza inflazione economica perc.hè occorra anche quella legislativa. Si decida piuttosto il Ministro dei LL. PP., da cui l'ANAS sembra che dovrebbe dipendere, ,ad obbligare la stessa alla cessazione di contratti pubblicitari, elimina11do così una causa cl1eoggi espone il nostro paese alla disistima del mondo civile. [91] Bibloteca Gino Bianco
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