tutto questo non è semplicemente il rist1ltato di quella improvvisazione con la qu.ale ci dimostriamo così spesso inclini a sottrarci agli impegni a più lunga scadenza quali sono gli impegni Urbanistici. C'è qualcosa di peggio ed è la speculazione che si compie ai danni del pubblico interesse, non soltanto per mezzo di una caotica espansione (l'esempio di Roma insegni) m.a costruendo grattacieli anche nella città antica. E qui sarebbe nece5sario un lungo discorso circa le conseguenze dovute alla mancanza di un pubblico controllo delle aree edificabili. Specie quelle del centro ed i rari giardini superstiti h.anno rappresentato e rappresentano vere e proprie miniere d'oro per gli speculatori, mentre ancora si aspetta che diventino legge i progetti intesi a porre freno allo sfruttamento di quanto ancora resta disponibile. Nè ·basta invocare i piani regolatori, poichè la tattica degli stralci e delle deroghe continua a neutralizzarli anche là dove essi potrebbero funzionare con pieno vigore di legge. Un clamoroso esempio è stato (e continua ad esserlo, purtroppo) quello offerto dal sindaco di Napoli, il qu.ale, insediando la commissione per un ennesimo rifacimento del piano, dettava le direttrici di marcia consistenti nello studio delle sole zone di amplia- ... mento, mentre altri suoi fidi provvedevano a progettare e costruire grattacieli presso la stazione, a via Roma, tra il Municipio e piazza Carità, e persino al corso Vittorio, la ·bella strada pan or.amica fino a poco fa effica- , cemente difesa invocando un rescritto borbonico che, già un secolo fa, vietava le costruzioni a valle allo scopo di non pregiudicare le vedute della città e del golfo. Ma se le attuali vicende napoletane rivelano, in modo più chiaro ed aperto, l'in1pronta dell'arrembaggio, non è detto che quelle di altre città presentino un carattere molto diverso. Lo splendido panorama di Palermo nella cerchia della Conca d'oro è ora deturp.ato da una casa di quattordicj piani; però, se Catania aveva un grattacielo, poteva Palermo essere da meno? Similmente Formia, vista dal treno tra Napoli e Rom.a, mostra un edificio di dieci piani che risalta sul modesto abitato della costa, profilandosi contro il mare con un efletto che ciascuno di voi può facilmente immaginare. Ho sap11toche, in u11 primo tempo, doveva limitarsi µ. sei piani; poi il progetto è tanto piaciuto1 che si è deciso di allungarlo di altri quattro; e non basta: un'altra fabbrica di quattordici piani sorgerà presto accanto. Inoltre, poco lontano, sulla costa tra Formia e Gaeta, si sta costruendo una raffineria di petrolio, malgrado la vio1enta opposizione degli abitanti del [88] Bibloteca Gino Bianco
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