fornisce .ancora un'occasione per raccomandare che sia incrementata, specialmente per le non poche questio11i di comune interesse, la collaborazione tra il ministero dei LL. PP. e quello della P. I. Ma qui va anche osservato che le soprintendenze mancano di un'organizzazione tecnica vera e propria e che solo affida11do incarichi di collaborazione ad architetti di provata competenza esse potrebbero pienamente assolvere il loro compito; compito che dovrebbe essere di controllo e di guida e non di progettazione. E qui è da aggiungere che, malgrado gli aumentati attributi degli uffici statali, le m.aggiori capacità, anche in questo campo, si trovano ancora nella libera professione. Al suddetto scopo ho già avuto occasione di proporre la formazione di un albo di architetti collaboratori delle soprintendenze che dovrebbero essere scelti, con appositi concorsi, tra i più dotati per specifica cultura e capacità profession.ale. Tale albo gioverebbe anche a stabilire un reciproco confronto tra uffici e libera professione e risolverebbe, senza equivoci, l'imbarazzo nel quale viene a trovarsi un soprintendente quando gli si chiede di suggerire il nome di un architetto per la soluzione di un deter~inato problema di ambientazione urbanistica o p.aesistica. In tal caso, infatti, egli potrebbe indicare un elenco di molti nomi invece che un solo, e scongiurare così qualsiasi eventualità di diffidenza o di sospetto. Come si è visto, tutte queste considerazioni riguardano quella parte di patrimonio artistico che oggi è maggiormente esposto ~i pericoli della rapida trasformazione o distribuzione e cioè l'ambiente dei centri storici e l'ambiente naturale. Ma, ad una precisa cognizione dei dati che ne definiscono i problemi relativi, non basta l'es,ame dei rapporti fra gli organi dello Stato ed il patrimonio che da essi dovreb·be essere custodito e difeso. Occorre tener conto di quella somma di esperienze che oggi fanno capo all'urbanistica e riconoscere che il presupposto indispensabile per la difesa del patrimonio è il piano regolatore del comun.e e del territorio. È insomm.a assolutamente necessario spiegare e ripetere fino alla noia che non è concepibile alcuna seria tlltela senza che prima essa sia stata fondata sugli organici accordi che, mediante i piani regolatori, assicurano !'.armonica relazione dei centri antichi con i nuovi organismi urbani. Occorre assolutamente che l'esempio della tutela cessi di apparire (secondo si pensava ,ancora venti anni fa) come qualche cosa che sia possibile attuare, in maniera positiva e soddisfacente, uniformandosi esclusivamente [86] Biblo ·eca Gino Bianco
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