Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

include due soprintendenti che dovrebbero, all'occasione, biasimare e correggere l'opera dei loro colleghi. A tutto questo si aggiunga che le Commissioni del Consiglio superiore per le Antichità e Belle Arti si riuniscono solo quando la Direzione generale lo ritiene opportuno ed esamin.ano esclusivamente le pratiche che la Direzione sottopone ad esse. Tornando alla Commissione parlamentare mi pare evidente come non si possa pretendere che i funzionari chiamati a farne parte, in qualità di esperti, si dichiarino favorevoli ad eventuali riforme destinate a limitare, invece che ad accrescere, le loro attribuzioni; e tanto meno a riconoscersi, in larga misura, respons.abili del male che tutti noi deploriamo. Ciò del resto è umano e da nessuno è giusto e prudente aspettarsi un'eroica imparzialita. Al massimo essi saranno disposti ad ammettere che certe indesiderabili decisioni o colpevoli tolleranze siano state loro imposte dal potere politico, dalle ingerenze funeste di deput.ati e senatori; ma è proprio per questo e cioè perchè si possa decidere al di fuori di ogni negativa pressione che i funzionari dovevano essere esclusi da una Commissione di riforma e tenuti soltanto a fornire, ad un gruppo di esperti indipendenti, tutte le informazioni e proposte che poteva110 essere ritenute necessarie. I Del resto, a riprova di quanto ho osservato basterà leggere il primo numero del notiziario Arte e paesaggio, pubblicato dalla commissione parlamentare, il cui solo aspetto positivo è rappresentato dalle relazioni inviate dalle soprintendenze in risposta ad una circolare della Direzione generale. A parte alcune proposte troppo personali ed incongrue, queste relazioni consentono di rilevare due import.anti esigenze; la prima è che, dovendosi operare una riforma legislativa, si tenga conto di un valore prezioso dei nostri centri storici, sino a poco tempo fa del tutto trascurato: il valore dell'ambiente cl1e definisce la bellezza di un antico centro ancora più di quanto non lo definiscano i suoi monumenti illustri; e ciò, mentre costituisce un signific.ativo riconoscimento di quanto la più moderna cultura artistica va affermando da qualche tempo, stabilisce anche il fondainento pèr il necessario rapporto con le esperienze urbanistiche. La seconda esigenza è che il restauro di antichi edifici di proprietà demaniale sia compiuto con la costante colla1 borazione delle soprintendenze ai monumenti, che in materia di restauro hann.o specifica competenza e responsabilità, e no11 soltanto (e quasi sempre senza alcuna consultazione) dagli uffici del Genio civile. Tale esigenza è perfettamente legittima e [85] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==