Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

Quando diciamo che Eduardo De Filippo è rimasto prigioniero del suo sticcesso noi ci riferiamo tuttavia a quello, che è stato l'immediato peso culturale e sociale dell'opera sua, e non intendiamo con ciò caratterizzare la sua personalità, la quale ha un respiro, una complessità e una consistenza cl1e nettamente esorbitano da quello che è l'ambito del suo successo, dal mito che, con irritante intimismo che è tutto un programma, si definisce di « Edt1ardo » tout coitrt. E quando si dovesse dare un giudizio realmente qualitativo, che vada al di là di quello che è un generico fatto di costume e di gusto, e colga il significato culturale più autentico e permanente di questa personalità, si troverebbe forse che delle molteplici attitudini che Eduardo . . . . . . De Filippo assomma d1 attore, autore, regista, capocomico e 1mpresar10, non sono in fin dei conti le due prime che vanno, secondo l'uso corrente, considerate come le più rilevanti, se pure, in se stesse, notevolissime. Il De Filippo attore e autore rappresenta in sostanza, e su ciò l'accordo pare sia generale, il più felice adattamento della materi~ napoletana (che rimane, 11ella sua. non·· scaduta-sostanza-di -ésperien-za-umana~ quella-fissa-ta n1iracolosamente nel più bel capitolo del goethiano T 7iaggio in Italia) che si potesse richiedere ad un~ sensibilità romantico borghese giunta al suo estremo limite di attardamento crepuscolare. Gli schemi pirandelliani ed altri apporti letterari non rappresentano che l'usuale scotto di cultura deteriore pagato da ogni artista popolare da.I giorno in cui le sue fonti non hanno più potuto essere i libri dei santi e l'epica cavalleresca. La validità del miglior De Filippo commediografo è data dal fondo comico.:realistico, a volte picaresco, che in tutti i tempi è stato alla base della commedia popolare. E se mai più letterario dell'autore è l'attore, la cui qualità e stile è per certi versi assai più affine a quella di un Ruggero Ruggeri che a quella di Titina o Peppino De Filippo, dell'indimenticabile Tina Pica e di altri - nel loro genere - splendidi attori che egli ha saputo formare o raccogliere intorno a se. Non è perciò un paradosso dire che Eduardo De Filippo non è un artista guastato dal pirandellismo e crepuscolarismo, ma che, al contrario, è un artista che ha fatto il meglio che si potesse per aggiornare e ravvivare con motivi popo1 lari quello che era il corrente - inesorabilmente crepuscolare - gusto medio cui egli si rivolgeva ed era legato; il suo limite è se mai un altro, ed è un limite di creatività poetica, poichè egli resta legato a quel gusto, dignitoso interprete di esso, co1 me un Ruggero Ruggerì, ma non sa romperlo e superarlo come un Louis Jouvet. La personalità, in sè notevolissima del De Filippo autore e attore ha comunque, nell'opinione corrente, messo nell'ombra quella del capocomico, iegista e impresario: tre attitudini che in lui ,si riassumo110,, ricompo·nendosi in una unitarietà che rompe g.li attuali schemi speciaJistici, colla loro povertà. Ci sembra invece indubbio che proprio su questo secondo piano sia [76] BiblotecaGino Bianco ..

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