Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

dei circoli responsabili della D.C. - si fiaccherebbe definitivamente la destra, si indebolirebbe il partito comunista, si isolerebbero i socialisti ormai troppo avanzati per tornare a posi.zioni di· fronte popolare, e soprattutto si respingerebbero i laici, ancora rigorosamente europeisti ed atlantici. lA tiepidezza sull'europeismo e sull'atlantismo servirebbe ad attirare i voti da sinistra; la velleitaria iniziativa nel Medio Orie11tevarrebbe a lusingare i nazionalisti sempre pronti ad ogni ralliement; e finalmente il tema dell'amicizia americana d'abord contribuirebbe a tranquillizzare quei moderati, che fossero eventualmente preoccupati· per la pericolosità dell'avvetitura. Non v'è bisogno di molta fantasia per prevedere i risultati di una siffatta politica: la posizione internazionale del nostro paese decadrebbe automaticamente al livello di quella della Spagna, e di una Spagna senza il Marocco spag1iuolo, senza cioè l'ombra di una illusione di poter fare una politica nel Nord-Africa! L'Italia si· separerebbe dalfEuropa, dall1Europa civile, di cui fa parte moralmente, culturalmente, politicamente e geograficamente; farebbe una politica sostanzialmente anti-britannica nel "A1edio-Oriente, · come ai tempi di Mussolini, senza guadagnare nulla (sarebbe bene che i segretari dei partiti· democristiani facessero viaggi in Libia invece che negli Stati Uniti, prima di pensare a queste cose)/"nel- /' appiccicare alla propria politica estera l'etichetta dell'amicizia americana {:;tungerebbeinesorabilmente in ritardo sull'Inghilterra, la Francia, la Germania, l'Olanda, il Belgio, l'India, la Birma1iia, il Gi·appone, l'Indocina del Sud, la Corea del Sud, in ritardo, insomma, su tutti quei paesi che la congiuntura politica o la forza effetti.va rende pi·ù importanti. Forse precederebbe di un'incollatura la repubblica di· San Salvador: ma anche questo potrebbe sembrar discutibile ad un amiericanoimbevuto della dottrina di Mo1iroe, e sollecito a svilupparla coerentemente. Considerato sul piano della politica i·nterna, il disegno che si è accentiato innanzi porterebbe il Paese ad una 11,onminore rovi"na.Perchè se la <, ragione di partito>>deve spingere logicamente ogni formazione politica a cercare la maggioranza assoluta dei suffragi liberamente espressi, v'è un punto in cui u1i partito che si· ispira ad una ideologia deniocratica deve guardare più lontano del calcolo immediato. Noi crediamo che in Italia ' si sia proprio a quel punto: poichè è interesse di tutti che il Paese abbia un'evoluzione simile ai più avanzati paesi d'Europa, che la società politica [S] BiblotecaGino Bianco

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