Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

listi e per recuperare o restaurare qualche frangia frontista. Ecco infatti un test significativo, la ripresa e l'aggiornamento del leit-motif del « meridionalismo di complemento »: « Al tentativo di costituire un ' fronte dei monopoli ' deve e può opporsi un vastissimo moto di forze antimonopolistiche: ed il problema politico fondamentale che oggi si pone è quello di permettere la confluenza su posizioni meridionalistiche rinnovatrici di tutte le forze politiche e sociali interessate alla rinascita e allo sviluppo civile, democratico ed economico del Mezzogiorno. Per questo, nella riunione di Napoli, si è anche posto il problema della struttura, della organizzazione e della direzione del comitato di rinascita, che deve essere sempre più capace di sviluppare una sua specifica funzione di centro politico di iniziativa e di elaborazione meridionalistica, stimolo anche per le organizzazioni politiche, sindacali, cooperative, culturali ad affrontare giustamente le questioni della rinascita del Mezzogiorno, come questioni preminenti della loro specifica ed autonoma attività. Grandi sono le responsabilità che in questo momento spettano ai partiti che alla classe operaia e al socialismo si richiamano: non vi è dubbio, ad esempio, che la questione della unificazione socialista è seguita, nel Mezzogiorno, con molta attenzione perchè se essa avvenisse su di una base non unitaria come vorrebbero alcuni circoli socialdemocratici, ad essere sacrificati sarebbero, in primo luogo, gli interessi della battaglia meridionalistica ». Ci onoriamo di ripetere subito e forte che tutto questo è falso: per opporsi efficacemente all'intervento cc attivo e aggressivo » del grande monopolio e del ca_pitale finanziario, i democratici sa11no per scienza e per esperienza che devono mobilitare la sinistra democratica, libera però da ogni ipoteca della sinistra totalitaria; per rilanciare la politica meridionalista, l'occasione sarà certo ta11to più propizia quanto maggiore sarà l'isolamento dei comunisti. Sul bilancio meridionalistico di costoro è peraltro iscritto un formidabile passivo, quello della politica rive11dicazionistica, strumentalistica, agitatoria e velleitaria del cc meridionalismo di complemento )>; quello sopratutto di aver tenuto, per riprendere l'espressio11e di La Malfa, i voti di sinistra nel cc frigorifero » della sinistra totalitaria. Ci rallegriamo perciò che il rilancio frontista suona oggi r1on meno stanco e stentoreo degli appelli alla « grande destra ». Urgono oggi ben altre « confluenze )> che q11elle auspicate dai comunisti intorno al cc Comitato di Rinascita )>; il quale non è stato affatto idoneo, e non poteva esserlo, a « sviluppare una sua specifica funzione di centro politico di i,niziative e di elaborazione 1neridionalista ». Per concludere vorremmo solo ~ugurarci che, a restituire una qualche attualità e forza persuasiva al rilancio frontista, non intervenga la D.C. con cer_ti suoi tipici atteggiamenti, che già numerose volte hanno elargito ai comunisti inattese possibilità di espansione e di recupero. E per questa nostra preoccupazione valga il dubbio altre volte avanzato che cc la D.C. sia indifferente di fronte ai possibili maggiori sviluppi della crisi comunista; [63] BiblotecaGino Bianco

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