si può forse far risalire la colpa di aver così ampiamente subito per dieci anni lo « strumentalismo » e la « doppiezza » del cosiddetto partito-guida. Ma oggi sembra che i socialisti comincino seriamente a rendersene co11to Ee è vero che nel corso di questa discussione s11lle prospettive del ]VIovimento di Rinascita è stata mossa da loro l'accusa ai comunisti di aver « strumentalizzato » il movimento ai propri fi11i di partito. E che altro è questo se non appunto la denuncia del cc meridionalismo di complemento », la stessa denuncia che ha costituito uno dei fili conduttori della nostra polemica? nella consapevolezza peraltro, da parte nostra, che quei fini di partito sono poi me:zzi) la cui natura è riconoscibile ora agevolmente dalle vicende delle « democrazie progressive ». Ma lasciamo stare i socialisti, diamo loro il tempo di condurre a termine il proprio esame di coscenza meridionalista, prendiamo atto che questo esame è cominciato. Torniamo alle difficoltà dei comunisti, una volta che si sono trovati testa a testa coi socialisti, perchè oramai certo indipendentismo di sinistra è liquidato e lascia appunto scoperti i comunisti, liberi i socialisti. A questo punto, quasi che, esaurita la riserva dei Labriola e dei Cerabona, il movimento della rinascita non avesse più nessuna ragione di essere, la sinistra democratica segna al suo attivo una significativa vittoria sulla sinistra totalitaria: Quando Amendola afferma che il frontismo « non si può esaunfe in una somma di comunisti e socialisti », egli dimostra di aver compreso benissimo che, quando partiti e gruppi democratici, nè socialisti nè comunisti, si sot~raggono all'abbraccio mortale del frontismo, alla fine anche i socialisti cominciano a sentire il richiamo democratico, riconoscono il vero v9lto della sinistra totalitaria e tendono a respingerlo. E allora Amendola si volge intorno e lamenta cc il deserto che oggi purtroppo esiste ancora fra i partiti di sinistra e la D.C. nel lVIezzogiorno »; e qui aggiunge tra parentesi che cc una rivista come Nord e Sud) se pure rappresenta una corrente d'opinione, non è per questa una forza organizzata )>. E' vero che ci muoviamo nel cc deserto », come del resto le deboli strutture del P.R.I. e del P.S.D.I. nell'Italia meridionale; ma è preferibile muoversi nel cc deserto » pur di te11ere sempre ferma la distinzione fra sinistra democratica e sinistra totalitaria. E' preferibile anzitutto per ragioni morali, ma anche per ragioni strettamente politiche, perchè il gioco è a lunga scadenza e la posta è molto importante: liquidare il « meridionalismo di complemento )> della sinistra totalitaria, liberare la sinistra democratica. Solo allora il « deserto >> potrebbe cessare di essere tale; e solo allora quelle forze laiche che, per esplicito riconoscimento di Amendola, « anche se poco numerose, certamente vi sono e possono svolgere una funzione importante », potrebbero dar luogo a un effettivo schieramento meridionalistico, dove la lotta ai monopoli, come la liberazione della vita pubblica, non [61] BiblotecaGino Bianco
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