speranze dei co1ntadini meridionali 110n sono mai stati quelli - almeno negli ultimi dieci anni - degli operai settentrionali. La cointeressenza o si creava e s1 crea attraverso comuni prospettive di trasformazione democratica dello Stato, o non resta che una formula propagandistica. L'integrazione delle masse meridionali nello Stato si pt1ò solo compiere democratizzando i poteri del governo e della pubblica amministrazione ancora influenzati da vecchi • interessi conservatori; e il sollevamento economico potrà solo seguire a una nuova direzione del potere, cui il PCI non può tendere. E' caduto il sogno di un assalto dall'esterno contro lo Stato borghese. La lotta che si è condotta, segnatamente al tempo dell'occupazione delle terre, contro il blocco agrario meridionale, è stata la dimostrazione più eloquente della inutilità di '!,gitazioni, che i dirigenti comunisti sapevano bene non avere prospettive, se non quelle di un più accentuato paternalismo e di un riformismo del resto presidiato da un solo partito e destinato più ad uno scopo elettorale che ad una vera rigenerazione sociale. D'altraj parte, il PCI aveva esso stesso, immediatamente dopo la Liberazione, fortemente concorso a restaurare nel Mezzogiorno quelle forze che dei contadini erano le naturali nemiche: il compromesso con le vecchie for1e dirigenti realizzato con i Comitati di liberazione nazionale non fece infatti che restaurare il vecchio Stato, la vecchia polizia e quindi, nel qu~dro ge11erale, il predominio capitalistico industriale sulla classe contadina meridionale e sugli altri ceti subalterni. Qui era la riprova che il ruolo del PCI - un ruolo meramente strategico - non era, quello di una rivoluzione qualsiasi, ma il ruolo di mobilitare le masse per una lotta che i dirigenti avvertirono subito non poter essere rivoluzionaria, ma che doveva essere utilizzata al solo scopo di imporre ai governi nazionali una « diversa politica estera». Non potremo dimenticare - specialmente quanti di noi hanno militato nel PCI e ne sono usciti senza passare « dall'altra parte » - che l'on. Togliatti, dopo essere stato estromesso dal governo, ritornò a proporre una politica estera che non fosse anti-sovietica e ad offrire la rinuncia a quella, lotta interna che egli sapeva sostanzialmente inutile. La })Olitica della cc conti11uità dello Stato », imposta a tutta la sinistra dal PCI con il ritorno di Togliatti in Italia, equivalse ad una vera restaurazione, anche se la Costituente e la Costituzione avrebbero consacrato la democrazia giuridica e formale dello Stato repubblicano italiano. Vi fu un gruppo politico, quello di Iniziativa Socialista, che denunciò nei compromessi del PCI un'abdicazione ed un asservimento, ma la prevalenza dei vecchi dirigenti socialisti, ex-riformisti ed ex-massimalisti, segnò il trionfo della iniziativa comunista. La guerra fredda, che era già implicita nella vittoria militare e nei trattati che la seguirono,. aveva costretto i partiti comunisti occidentali a servire la politica egemonica dell'URSS e li aveva destituiti della loro autonomia ideologica e strategica. O i partiti socialisti avrebbero su- [57] BiblotecàGino Bian,co
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