rentamenti dimostra che solo i socialisti potranno sciogliere quelle contraddizioni. La distensione, il XX Congresso del PCUS e il rapporto Krusciov hanno dimostrato che o la politica di potenza avrebbe sospinto il mondo verso un conflitto internazionale, oppure i grandi blocchi si sarebbero cominciati a decomporre. Le rivoluzioni polacca e ungherese hanno poi confermato che la destalinizzazione è la fine dello Stato egemone sovietico e che la pluralità delle vie al socialismo o alla democrazia è incompatibile con la iniziativa comunista. Per i socialisti, che di questa iniziativa erano stati l'oggetto, ora isi tratta di utilizzare a sinistra l'ansia e il disorientamento di quella parte di lavoratori che avevano creduto nella forza liberatrice del comunismo e che ne vedono ora tramontare il prestigio e i miti. Espropriati dalla politica di potenza dei partiti comunisti, i socialisti devono far si che il vuoto delle masse ingannate dal PCI non sia colmato dall'involuzione clericale e che lo smarrimento non traligni in rassegnazione. Questo compito sarà più arduo nel Mezzogiorno, dove l'arretratezza economico-sociale favoriva meno la democrazia che il massimalismo, più la dura protesta che la coscienza, l'intelligenza critica. Il partito socialista unificato - che ormai solo i congressi sanzioneranno, ma che è già nelle cose - misurerà la sua efficienza proprio nel Mezzogiorno, dove i socialisti fallirono sempre. Vogliamo qui ricordare quel che scrisse Gaetano Salvemini negli Scritti sulla question,e metidionale: e<'••• Non è assurdo pensare che questa bella gioventù, col passare degli anni, non vedendo arrivare l'ora del nuovo regno di Dio, riconosca di essersi messa per una via senza uscita, e, lungi dal prendere la via opposta, ritorni al socialismo tradizionale. E vi ritorni con quel senso della realtà, che essi vanno acquistando nella pratica minuta del· comunismo. Quella pratica mancò sempre ai sociali!sti - e riformisti e massimalisti - e quella mancanza spiega in costoro le sconfitte di ieri, e la inettitudine di oggi, e la probabile totale scomparsa in un prossimo do·mani ». Per fortuna, il pericolo di una cc scomparsa » si è ormai dileguato; ma per creare anche nel Mezzogiorno un partito socialista 1noderno•, classista ma democratico, bisognerà superare il partito di opinione) come è stato il PSDI, ed anche il partito ausiliario) come è ,stato il PSI. In nessun luogo come nel Sud si è finalmente rivelata indispensabile la presenza di un grande movimento democratico di massa) che si articoli nei gruppi e ceti sociali con una organizzazione capillare e che imiti i modi organizzativi del comunismo riempiendone però il vuoto della prospettiva con fini i1nmediati e concrete iniziative: come addita Salvemini, con la cc pratica minuta » e con il « senso della realtà ». La forza del PCI era sì la pratica minuta, ma questa forza si poteva reggere sino a quando il mito di una palingenesi sociale fosse stato operante, laddove le prospettive socialiste non possono essere che « gradualiste », legate [55] Bibloteca Gino Bianco
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