Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

( derno di John Dewey, e a tutto un filone di letteratura economica, giuridica e sociologica statunitense, assai attenta a individuare i nuovi problemi di effettiva libertà sollevati dalla grande impresa moderna. È Dewey a ricordarci come questo possa ben rappresentare il « moderno feudo», un apparato di coercizione spesso altrettanto opprensivo, dello Stato assoluto, senza effettiva responsabilita o concrete garanzie di legalità; e come i problemi liberali della difesa dell'individuo di fronte all'arbitrio dello Stato possano riproporsi nei confronti dei detentori del controllo sull'accesso al lavoro, che è quanto dire del controllo sulle possibilità di vita, di libertà, di cultura « degli uomini e delle donne la' cui voce e il cmi voto fanno una democrazia». Ed è questa letteratura che sul terreno «istituzionale» e pratico si incammina alla ricerca di soluzio,ni liberali, di « nuovo individualismo>>, ci coincidenza effettìva tra responsabiiità e potere, di razionalità delle tecniche di convivenza sociale, qua.si, diremmo, di creazione di una « cla se generale» della moderna democrazia industriale. 9. Se dunque il fondamentale problema giuridico-politico, nel dibattito sui compiti della democrazia in Italia, è destinato, a scadenza più o meno lunga, a identificarsi con quello della grande impresa moderna e della sua autonomia e responsabilità; se è vero che i « tecnici » vengono in fatto acquistando, in questi anni di espansione industriale, un potere ed un peso « politici >>,allora occorre che queste energie sociali in formazione, queste tradizioni civili in ascesa, acquistino coscienza del proprio valore e compito «liberale», e si alimentino di una moderna cultura sociale e politlca. In questo processo, le Università possono assolvere a un ruolo fondamentale: quello di saldare il moto di democratizzazione della propria base sociale con quello dello sviluppo autonomo di élites capaci di proporsi obiettivi che non siano di gruppo o di ceto, ma di interesse generale: creare, nella lotta politica e sociale, una democrazia industriale moderna. Due indicazioni ci sembra sin d'ora importante avanzare. La prima riguarda la necessità di farla finita con l'astratta disputa (inopportunamente sollevata ancora una volta, in un recente ciclo di conferenze, dql Ministro della Pubblica Istruzione) tra facoltà morali e scientifiche, umanesimo e scienza, progresso morale e progresso tecnico. Essa ha per effetto di distogliere l'attenzione dal solo serio problema, che è di individuare come possa [45] 1bliotecaginobianco

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