lità prevalente nei centri propulsori dell'economia nazionale in regime fa- ~cista, e soprattutto la forte accentuazione pubblicistica della figura dell'imprenditore, sono stati in realtà per lungo tempo di ostacolo a che maturasse fra noi una coscienza riflessa di questo tipo di fenomeni, e alla formulazione di corrispondenti prospettive. Ciò in contrasto con le più generali tendenze dell'impresa moderna, sulla quale domina il fenomeno del divorzio tra proprietà e controllo, del peso preponderante dei « direttori >>nella gestione di impresa; il che si riflette sul terreno giuridico, nelle concezioni dell'imprenditore come << soggetto diffuso>>, assieme collettivo delle volontà che tutte variamente concorrono a determinare le sorti aziendali. Del resto, il problema del regime della grande impresa, come grande problema << costituzionale >>di ogni democrazia moderna, è, quando si eccettuino· alcuni spunti di Stato moderno, curiosamente assente nella riflessione della classe politica antifascista all'indomani della Liberazione; eppure, esso è l'unica via lungo la quale si possa evitare che la << lotta contro i monopoli >>scada a difesa di forze e metodi produttivi arretrati, o a lotta contro la concentrazione industriale e i grandi complessi tout court. Dapprima nell'Italia liberata (11 ), e successivamente nel Nord insorto, si poneva bensì il problema dei << consigli di gestione >>: ma, a parte ogni altro giudizio sui rapporti tra questo movimento e quello per una generale pianificazione dell'economia, agli sforzi degli operai per guadagnare ia solidarietà attiva dei << tecnici >>e dei dirigenti, non fece riscontro poi una a~1tonomapartecipazione di questi ultimi al movimento, che esprimesse una reale presa di coscienza ideologica e politica: dal che il suo rapido estenuarsi. Oggi, ormai distanti da quegli avvenimenti, fenomeni diversi sembrano richiamare maggiormente l'attenzione: si vedano, ad esempio, gli studi e le iniziative dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, nonchè l'importanza via via crescente che nell'organizzazione cattolica si annette alla Confederazione Dirigenti di Azienda dell'on. Togni, le cui pubblicazioni sono peraltro assai poco interessanti sotto l'aspetto teorico. Ma è necessario che i ( 11 ) Può non essere inutile ricordare che le prime esperienze di Consigli di gertione si ebbero, quando ancora esisteva al Nord la repubblica sociale, nell'Italia centro-meridionale, e particolarmente in alcune imprese pubbliche a partire dalla TERNI. Tali esperienze si riflettono nel progetto di Leopoldo Piccardi, allora commissario pe1 l'IRI, del quale vedi: << Significato della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese » in L'Econo1nista, 1946, n. 1 - 2. [43] Bibloteca Gino Bianco
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