Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

e cosciente del rapporto dell'Università col Paese, un più appassionato e idealmente motivato impegno politico (3 ). Vero è che tra gi°i stessi giovani socialisti sono già in molti a pensare che occorrerà, a lungo andare, qualcosa di più e di meglio degli slogans sull' << lJ niversità di massa >> o << borghese >>: e questo atteggiamento sembra destinato a guadagnare terreno con il progressivo chiarirsi delle insufficienze delle forze socialiste tradizionali in Italia. Ma, per intanto, quegli I I altri motivi, copformistici e illiberali, sono i soli che vengano pubblicamente alla luce, diano luogo ad operazioni ed azioni concrete, e si presentino come << politica socialista >>. 3. Tuttavia, non è forse del tutto irragionevole confidare che, di fronte a certi sbandamenti, sia ancora preferibil~ proporre problemi, piuttosto che opporre polemiche. E può allora essere utile mostrare come, per quanto concerne l'esame di Stato, dai vizi di impostazione accennati si possa uscire agevolmente, quando ci si sappia rendere appieno conto del fatto che esso apre di necessità una vasta discussione, non solo sul rapporto tra istruzione superiore e professioni liberali, ma anche sull'altro rapporto, legato al primo, tra scuola e industria; e in definitiva, più generalmente e comprensivan1ente sul rapporto fra l'Università e il Paese. Solo da questo punto di vista la questione è intelligibile; e un largo settore di iniziative studentesche - quelle cosiddette di << facoltà », o legate ai suggestivi temi dell' << avvenire professionale >> - può solo a questo patto svincolarsi da schemi angusti, che lo costri11gono nei mortificanti confini del tecnicismo attivistico e del sezionalismo corporativo, sì da integrarsi effettivamente nella generale lotta per la riforma. Sono problemi, infatti, che si possono impostare solo come ( 3 ) Per l'analisi più precisa di questo atteggiamento, cfr. << Gli studenti socialisti tra Prampolini e Gramsci>> di Paolo Ungari, in Mondo Operaio, giugno 1956, cui fa seguito nello stesso numero una replica di Francesco Golzio. Nella polemica sono intervenuti successiva1nente Nanni Lo Savio: « UGI, socialismo e vita nazionale>>, in Mondo Operaio (luglio), e Alfredo Livi: << Una strada difficile» (ivi, ottobre), Antonio Bonomi: << Socialismo ed UGI », in La conqu1:sta (15-30 luglio); Piero Ardenti: << Giovani radicali fra Giolitti e il caos », (ivi, agosto), nonchè, nello stesso periodo, Giulio Chiarugi in Nuova Repubblica e Diego Cuzzi in Unz.tà Socialista, che non abbiamo ora modo di riscontrare. Essa dovrebbe concludersi con il nun1ero di gennaio di Af ondo Operaz·o. La documentazione delle tesi criticate si può trovare anche nell'annata 1956 di Nuova Repubblica, dove ritornano quasi quindicinalmente. [35] BiblotecaGino Bianco

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