Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

r1azionale di Grado, vinto dalle forze di goliardia laica sul tema della <<lotta per la rifor1na », l'UNURI ha i11fatti più volte accust1to i raggruppamenti politici nazionali di disinteressarsi delle questioni fondamentali dell'Università, eludendo ogni chiara scelta legislativa. Pro_prio l'esame di Stato, l)erciò, la cui attuazione mette in causa i presupposti basilari del rapporto scuola-professio11e, si è presentato come un possibile <<banco di prova>>, il più importante anzi, di un atteggiamento apertamente innovatore. L'UNURI stessa, in realtà, solo dopo vicende e contrasti paralizzanti, si è liberata (e solo in parte) dell'atteggiamento conformista, in altri tempi dominante tra i s11oidirigenti: un atteggiamento per cui il <<rinvio» in sede legislativa consentiva di non schierarsi apertamente contro il dettato costituzionale, e al tempo stesso di non disilludere la spinta <<poujadistica » di alcuni settori arretrati dell'opinione studentesca. Calcolo opportunistico, 2ngusto: perchè evide11temente quella spinta richiedeva di essere o guidata e saldamente controllata, per farsene una forza e darle un contenuto, che non fosse meramente negativo; oppure apertamente contrastata, per evitare che finisse con il prendere la mano nei momenti più importanti. Si scegliesse poi l'una strada o l'altra, entrambe non potevano non mettere capo, 1n definitiva, a indicazioni di riforma, alternative al disegno di legge ministeriale: e, quel che più importa, tali da superare il distacco tra la battaglia Jegli studenti e le organizzazioni democratiche della scuola e delle professioni; quel distacco che è inevitabile ove non si proponga altro terreno d'incontro che i provvedimenti di tutela dei laureati meno preparati, o simili . . . . pos1z1on1puramente negative. 2. La via di una siffatta iniziativa, concretamente « politica », è certo clestinata a sfociare, presto o tardi, in una visione generale della riforma democratica dell'istruzione superiore in Italia. E questo appunto si desidera llall'UGI, forza di riforma laica intellettuale, morale e civile, e non soltanto organizzazione di categoria degli studenti o del << medio ceto intellettuale», come vorrebbero alcuni. Sì che appare anacronistico il disegno di alcuni goliardi di ispirazione socialist:i, di trascinare i loro compagni di fede su posizioni di astratto e demagogico « sindacalismo >> universitario, tutto teso nella << concreta >> difesa degli interessi di categoria degli stude.nti, innaturalmente contrappcsti agli interessi di un generale sviluppo democratico delle nostre Università. Si è pott1to così giungere a défi11ire « illuministicJ » [33] BiblotecaGino Bianco

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