Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

nale cittadino, un << profilo » di Fogazzaro o un « incontro » con Eleonora Duse (su per giù gli stessi che potevano trovare posto cinquant'anni fa sul F'anfulla della Domenica, e che oggi trovano posto nella terza pagina del Mattino), anzichè qualcuno che, per lo stesso compenso, si sobbarchi a spiegare, con tutta la parsimonia stilistica che l'argomento richiede, come bisogna fare per andare a trascorrere le vacanze all'estero, quali difficoltà burocratiche s'incontrano nel prendere in moglie una straniera, o a chi bisogna rivolgersi per rintracciare una pratica sepolta da anni negli scaffali di un ministero (11 ). Della parte politic,a non mette conto parlare: tutti i fattori che limitano la libertà del quotidiano in Italia trovano qui una loro espressione aggravata, più aperta e sbrigativa. Negli ambienti di questi stessi giornali che pagano tremila lire per un articolo (che nessuno leggerà mai) di terza pagina, si sente parlare di stipendi insolitamente alti percepiti dai direttori. L'appannaggio munifico è in relazione alla <<sicurezza» del giornalista. Agli esclaves volontaires non si ha bisogno di consigliare prudenza o di comunicare a volta a volta delle direttive: l'averli scelti, e il trattarli bene, basta a garantire la proprietà da qualunque sorpresa. Se qualche inquietudine li punge, si tratta di inquietudini di marca <<nostalgica>>,di quelle che, per un minimo di decenza, non possono trovare sfogo neppure in un quotidiano « ufficioso» o confindustriale: ma trovano facilmente ospitalità altrove. È il caso, per fare un esempio, delle articolesse stile liberty di Giovanni Ansaldo, che fanno la spola tra Il Mattino e Il Borghese. Da quella che chiamavamo <<mezza provincia » giornalistica, alla provincia vera e propria, le cose non cambiano di molto. Presente in circa SO capoluoghi sui 96 di cui consta il Paese, la grande selva della stampa provinciale - pur rappresentando, ad occhio e croce, i due terzi del numero complessivo delle testate - non raggiunge che 1'8 per cento della tiratura glob,ale del quotidiano italiano. All'accentramento capitalistico, più o meno <<illuminato>>,o alla più o meno sfumata pressione politica, subentrano qui ( 11 ) Ad onta dell'appassionata difesa che ne fece Enrico Falqui in un ciclo di trasmissioni radiofoniche (riunite poi nel volume Inchiesta sulla terza pagina, Roma, Ediz. Radio Italiana, 1953), la terza pagina è, nel più dei casi, uno dei maggiori pesi morti che si trascina dietro il quotidiano italiano. Valgano al proposto le penetranti osservazioni fatte dal Pancrazi in un intero capitolo del suo volumetto postumo Della tolleranza (Firenze, Le Monnier, 1955). [19] Bibloteca Gino Bianco

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