dalle leggi del mercato, lo sottrae allo stimolo della concorrenza, e contribuisce, in definitiva, a conferirgli un carattere «strumentale>>, che evade cioè gli intenti dell'informazione per invadere il settore della « propaganda». Il costo complessivo di produzione di ciascuna copi~ giunta al consumatore - tra carta, stampa, reperimento delle notizie, spese di redazione, di collaborazioni, di corrispondenze, provvigioni al distributore e al rivenditore, strillonaggio, onere relativo alle rese, incidenza delle imposte, ecc. - può venir calcolato con una certa esattezza ad una media di 25-28 lire, e può molto spesso eguagliare o superare il prezzo di vendita·. Il maggior numero dei quotidiani italiani è costituito da aziende medie, piccole o piccolissime: è evidente che, col diminuire della tir,atura, i prezzi di produzione salgono, per cui i quotidiani meno diffusi e più poveri di pubblicità - e ve ne sono diecine e diecine, anche di dignitosa fattura - lamentano deficit rilevantissimi. Si calcola che in Italia un quotidiano lavori in attivo quando la sua tiratura superi le 100 mila copie e la vendita raggiunga almeno le 100 mila copie, sempre nel caso che esso possa contare su un gettito pubblicitario adeguatamente alto. Nelle attuali condizioni di mercato, le testate che possano contare su un volume di vendite pari o superiore a tale limite sono su ,per giù una dozzina. Secondo la solita « segnalazione », ve ne sarebbero quattro a Milano: Il Corriere della Sera (che venderebbe in media 400-450 mila copie al giorno), Il Corriere d'lnformazioni (180-200 mila), l'Unità, calcolando tutte le sue cinque edizioni (500 mila), e La Notte (90-100 mila), oltre alla Gazzetta dello Sport, che è il più diffuso tra i quotidiani sportivi (230-250 1nila); a Torino La Stampa (230-250 mila), a Roma Il Tempo (120-130 mila) e il Messaggero (140-150 mila); a Bologna Il Resto del Carlino (120-130.000), a Firenze La Nazione (90-110 mila), a Venezia Il Gazzettino (120-130 mila), a Bari La Gazzetta del Mezzogiorno (90-100 mila). In questo elenco figura, come si vede, un solo capoluogo di provincia.-del Mezzogiorno, Bari, dove La Gazzetta, di proprietà del Banco di Napoli, gode di una situazione di monopolio cittadino, esteso a tutta la Puglia e parte della Basilicata e alla Calabria settentrionale; ne sono esclusi invece i quotidiani di un grande centro come Napoli, che pure ha due testate antiche e rinomate come Il Mattino ( che, per quanto la « segnalazione» gli assegni ottimisticamente una vendita di 70 mila copie quotidiane, rappresenta una notevole [12] Bibloteca Gino Bianco
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