Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

Tale povertà del mercato giornalistico nazionale, per quanto riguarda i quotidiani, trova le sue cause primarie in una serie di condizioni ambientali che non posso110evidentemente venire esaminate in questa sede (analfabetismo e semianalfabetismo, basso reddito individuale, ecc.), ma ad esse se ne connettono delle altre non meno significative, che contribuiscono a loro volta a stornare i ceti, che man mano vengono conquistati alla lettura, dalla stampa quotidiana verso pubblicazioni di altro tipo, più vivaci, accessibili, «visive>>. Il quotidiano è divenuto nella stragrande maggioranza dei casi un cattivo affare per il suo proprietario, dato che il suo prezzo <<politico» (25 lire fino alla metà del 1956 ed oggi 30 lire) è, per lo più, pari o al disotto del costo di produzione; ciò estra11ea il giornale aumento dei lettori, ed in proporzione maggiore, dato il rapporto plurimo esistente tra lettori e copie acquistate). Tutto fa credere, inoltre, che si sia verificata anche una diminuzione del numero dei lettori abituali di due o più quotidiani, dovuta alla scomparsa di molti fogli di partito (i quali rappresentano di solito una lettura complementare, <<politica>>,rispetto all'organo tradizionale d'informazione: si pensi agli operai lombardi che comprano il Corriere della Sera e l'Avanti! o l'Unità) sommersi dalla concorrenza, sempre meno sostenibile, dei quotidiani <<indipendenti». È ragionevole ritenere, tuttavia, che si tratti di modificazioni di relativa entità, dato che l'allargamento del mercato dei quotidiani si presenta lento ed oscillante, e che gli asseriti aumenti di tiratura vanno accolti sempre col beneficio dell'inventario. Una << inchiesta sulla stampa italiana», comparsa di recente a puntate sul settimanale comunista Vie Nuove (ottobre 1956), faceva peraltro ascendere i lettori di quotidiani in Italia - senza far distinzioni tra i << regolari » e gli <<irregolari » - a circa 23 milioni. Questo dato non si discosta, in sostanza, dalle cifre DOXA, e, considerata una media di 4 lettori per ciascun giornale acquistato, non è molto discorde neanche dalla <<segnalazione » che indicava in 5-6 milioni di copie al giorno la tiratura complessiva dei quotidiani in Italia. Potrà essere interessante confrontare i dati DOXA sulle percentuali di lettori e non-lettori in Italia con quelli sulla situazione della stampa quotidiana in altri Paesi europei, contenuti nel recente volume di Jaques Kaiser, Mort d'une liberté (Paris, Plon, 1956). In Francia il 64% dei cittadini adulti legge un quotidiano, il 16% due quotidiani, il 5% tre quotidiani, 1'11% nessun quotidiano. In Belgio, il 34% dei lettori acquista più di un quotidiano; e, di questo 34%, più della metà acquista e legge giornali di opinioni differenti. In Inghilterra, il 13% della popolazione adulta non legge alcun quotidiano nel corso della settimana, ma la domenica tale percentuale scende all'8 %. In Danimarca, il 69% della popolazione adulta legge un quotidiano, il 20,4% ne legge due, soltanto il 5,1 o/ 0 non ne legge alcuno; il resto è costituito da lettori irregolari o occasionali. [11] Bibloteca Gino Bianco

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