stanti di cui si è talora intessuta la storia del Risorgimento. A questo quadro d'insieme, che sotto alcuni aspetti può anche considerarsi conclusivo, molti nuovi apporti sono senza dubbio ancora da L. LoNGO, Le brigate internazionali in Spagna, Editori' Riuniti, Roma 1956. Estremamente scarsi sono in Italia i contributi storiografici o memorialistici rivolti alla conoscenza della guerra civile spagnola, che pure un'importanza così immediata e diretta ha avuto per il nostro paese. È quindi da salutare con sincera soddisfazione la pubblicazione di qualsiasi opera che ad essa si riferisca, anche quando, come nel caso presente, si tratti con tutta evidenza di opera di parte, dalla quale è meditatamente esclusq ogni tentativo di giungere, attraverso la serena ricostruzione dei fatti e dei conflitti ideologici, ad un obiettivo giudizio storico, in cui siano superati i meri intenti polerpici. D'altra parte, l'interesse fornito da questo libro è tanto maggiore in quanto il suo autore ha avuto, nella sua qualità di commissario generale delle brigate internazionali, un ruolo di primo -pia~~--~~lf~-lotti°antif~scist;·- i~ Spagna, di modo che la sua testimonianza, anche quando dev'essere accolta con rigorosa cautela, presenta senza dubbio un grande valore. Valore che è accresciuto dal fatto che il libro di Luigi Longo, pur incentrandosi sulle vicende delle brigate internazionali, è tuttavia ricco di riferimenti alla situazione politica generale ed al complesso gioco dei rapporti, non semrecare, trattandosi di un campo di lavoro per la maggior parte da dissodare; ma è anche certo che esso rimarrà l' indispensabile e solido punto di partenza per ogni ulteriore ricerca. 1 pre improntati a spirito di leale solidarietà, fra le varie correnti dell' antifasciI smo internazionale che pure si trovavano in Spagna a combattere contro un comu- . ne nemico. Non certo prive d'interesse sono inoltre alcune osservazioni lasciate cadere qua e là dall'Autore e che lasciano alquanto perplessi circa il vero significato di certe affermazioni di printipio di parte comunista. Così per esempio, nel criticare vigorosamente la politica di estremismo libertario praticata dal Consiglio d'Aragona, nel quale erano prevalenti le correnti anarchiche che così largo seguito avevano in alcune zone di Spagna, il Longo osserva: << Il governo repubblicano ha dato la terra ai contadini, li ha liberati dalle imposte che li rovinavano, dai caciques e dagli usurai. I dirigenti del Consiglio di Aragona vorrebbero obbligare i contadini a lavorare la terra collettivamente e a riunire tutte le loro proprietà in una specie di immenso latifondo, che dovrebbero lavorare essi stessi con un salario unico, spesso rid~tto a semplici -buoni .per corner, beber y arder. Un assurdo politico, economico e pratico» (p. 167). Che la politica eseguita nel caso in questione del Consiglio d'Aragona fosse un assurdo politico, economico e pratico è opinione che si può eventualmente anche condividere; ma che sia proprio un Luigi [115] BiblotecaGino Bianco
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