Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

so e dogmatico, o quanto meno etico, la propria origine, un protestantesimo per così dire politico, che trovava la sua ragion d'essere nella convinzione << della indissolubilità della battaglia religiosa del1' evangelismo con quella politica del Risorgimento asserendo che il fondamento di quest'ultimo deve essere l'accesso diretto di tutti alla verità dell'Evangelo, che eleva e forma la coscienza dell'uomo facendolo creatura libera, responsabile e capace di progresso politico e sociale». Posizione dalla quale è quasi immediato ,.__ il passaggio ad un protestantesimo considerato quasi esclusivamente in funzione di strumento di lotta politica, specialmente contro il Papato, considerato, una volta cadute le illusioni neoguelfe del '48, come il principale ostacolo alla realizzazione dell'unità, dell'indipendenza e della libertà d'Italia. E ci troviamo qui dinanzi ad uno dei problemi di fondo piì1 interessanti della storia della presenza protestante nel Risorgimento, consistente nel cercar di stabilire in qual misura le correnti riformate abbiano corrisposto agli impulsi di una sincera esperienza religiosa e quanto invece esse siano state determinate da un calcolo politico più o meno cosciente e meditato. Chè vi è il protestantesin-io rigorosamente chiuso ad ogni possibilità di contaminazione di carattere anche vagamente politico, proprio di un Paolo Guicciardini, e quello, d'ispirazione quasi se non del tutto più politica che religiosa, di un Mapei e di un Rossetti, quando poi non si tratti addirittura di un protestantesimo spurio, che neppur riusciva a nascondere la sua più vera natura di puro e semplice anticlericalismo in funzione antipapale. Ed è questo un problema, che pur essendo posto in evidenza con la consueta 1 ucidità dallo Spini, necessita ancora di uno studio approfondito perchè vi possa esser data una risposta conclusiva; e di cui è tanto n1aggiore l'importanza, in quanto storicamente sta al centro di tutta la problematica concernente il protestantesimo nell'Italia risorgimentale. Particolarmente interessante, nel libro dello Spini, è poi l'analisi dei rapporti fra le correnti protestanti italiane e gli ambienti riformati stranieri, analisi che serve a chiarire, da un punto di vista che è normalmente quasi del tutto trascurato, l'atteggiamento di una parte cospicua dell'opinione pubblica internazionale, ed in ispecie di quella anglosassone, nei confronti del movimento liberale italiano del XIX secolo. È noto con quanta simpatia questo movimento sia stato seguito in Inghilterra ed anche, sia pure in misura naturalmente minore, negli Stati Uniti: una simpatia che arrivava di quando in quando a forme di entusiasmo che lasciano in certo qual modo stupiti e qua .. si dubbiosi. Ebbene, questa simpatia, questo entusiasn10 così scoperto, diventano ben più comprensibili quando si dia il dovuto luogo alla componente religiosa che contribuiva in non piccola misura ad originali: chè quella parte dell' opinione pubblica anglosassone che così da v1c1no e con tanta partecipazione seguiva le vicende del Risorgimento italiano vedeva in esso non solo la nobile lotta di un popolo impegnato nella conquista della propria libertà, ma altresì una sorta di santa crociata contro l'abborrito Papato, il biblico compimento della preannunciata distruzione della corrotta Babilonia, che s'incarnava nella Chiesa di Roma. Di modo che, con singolare deformazione pro- [113] Bibloteca Gino Bianco

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