C. ZAGHI, Bonaparte e il Direttorio dopo C ampoformi·o, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1956. Si tratta di un lavoro di storia diplomatica, analitico e circostanziato, nel quale è sfruttato un abbondantissimo materiale archivistico italiano, francese ed austriaco. Ne risultano così chiariti da un lato i complessi e spesso contraddittor1 · rapporti fra Bonaparte e il Direttorio dal trattato di Campoformio alla spedizione d'Egitto, dall'altro numerosi aspetti della fitta e delicata trama diplomatica intessuta in quello stesso periodo fra Parigi e Vienna ed avente per posta il predominio politico in Italia. In questo quadro generale un interesse particolare è offerto sopratutto dal tentativo del Melzi, rappresentante della repubblica cisalpina alla conferenza di Seltz, di varare un progetto d'indipendenza dell'intera penisola quale elemento determinante dell'equilibrio europeo e come alternativa al perenne conflitto franco-austriaco per l'egemonia in Italia. Progetto che, naturalmente, era destinato ad incontrare l'opposizione intransigente sia della Francia che dell'Austria, ma che costituisce pur sempre una testimonianza di primo piano di come andassero maturandosi, nell'atmosfera rivoluzionaria che G. SPINI, Ri·sorgimento e Protestanti, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli • 1956. Il ricongiungimento alla cultura europea, che doveva costituire il presupposto indispensabile di tutta la vicenda risorgibene o male continuava a sopravvivere anche sotto il Direttorio, certe concezioni unitarie del problema politico italiano. Nel complesso, tuttavia, non si potrebbe affermare che il contributo, peraltro pregevole, dello Zaghi, apporti modifiche sostanziali al quadro d'insieme che nel problema storico da 1 ui preso in esame aveva già tracciato la precedente storiografia, sia italiana che straniera. Varie \ questioni particolari acquistano nel suo lavoro maggior nitidezza e più preciso :ilievo, le linee essenziali rimangono comunque inalterate. Di notevole originalità è ad ogni modo la valutazione che l'autore dà della spedizione in Egitto, che avrebbe finito per essere sopra tutto un comodo pretesto offerto al Direttorio per liberarsi dell 'invadente ed ormai troppo pericoloso Bonaparte, divenuto dal canto suo, invece, quanto mai riluttante all'impresa e ad abbandonare la scena della politica francese in un momento così delicato. Questione che sarebbe comunque ancora da riprendere e da approfondire, 1n quanto tutto il complesso retroscena di quella spedizione rimane a tutt'oggi, per molti \'ersi, alquanto oscuro. Un lavoro che si raccomanda dunque per serietà d'indagine e ricchezza di fonti documentarie. mentale italiana dcll'800, significava altresì presa di contatto con il mondo religioso protestante, cui buona parte di quella cultura si riallacciava: vale a dire che significava anche una lievitazione di quella più approfondita ed autonoma ' esperienza religiosa che la Controriforma [III] BiblotecaGino Bianco '
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