rebbe dato così soluzione al problema della formazione d'una maggioranza riel consiglio comunale. Si tratta d'un caso simile a quello di Genova, dove i socialdemocratici si trovano a far parte della Giunta con l'appo·ggio dei voti monarchici. Quanto durerà il compromesso palermitano non è ovviamente possibile prevedere: la sua durata dipenderà alla fine dalla situazione politica generale, sia nazionale che regio-nale (e la recente crisi regionale sta a testimo ... narlo). C'è però una situazione particolare di Palern10, che ha una sua storia comunale molto travagliata, e degli annosi problemi che urge risolvere. Alla base di tutto, sostengono da tempo i consiglieri dell'·opposizione di sinistra, c'è il bilancio quasi fallimentare di oltre tre anni di amministrazione clerico-monarchica. Democristiani e monarchici, dicono app·unto le sinistre, hanno avuto per anni in mano il governo della cosa pubblica nella nostra città e hanno amministrato nel peggiore dei modi possibili: questo è il fatto che sta alla bas,e di tutto. C'è poi la situazione po,litica regionale, 111utata con le elezioni del giugJ10 '55, e ci sono infine i contrasti interni delle correnti nell'ambito della D. C. D'indagine in merito al gioco delle correnti (se di vere e proprie correnti si può parlare) in seno alla D. C. a Palermo no11 è facile, sia per l'atmosfera di conformismo che impera (un po' come ovunque) nella vita politica cittadina, sia per il fatto obbiettivo che tale gioco è più com-plesso che altrove. Difficile più cl1e mai è infatti voler cercare di individuare delle linee molto sottili e quasi sfuggenti; nè si sa be11e dove finiscono le posizioni personali e dove comincino le correnti di idee e i contrasti di interessi. Comunque « grosso modo », fino alle recenti elezioni amministrative si potevano contare ben 4 correnti entro la D. C. di Palermo: quella fanfaniana, che fa capo al segretario regionale dott. Gullotti, e che non sembra aver consistenza di base elettorale oltre i confini del partito militante; quella che fa capo all'on. Restivo, che è la più forte a Palermo e in provincia; la corrente del Presidente della Regione, on. Alessi (che è la più aperta in senso sociale, ma la più combattuta all'itllterno della D. C. in Sicilia, come può vedersi dalla crisi regionale mal rientrata i11 agosto); a quest'ultima poi, fino a tempo fa, si i11nestava quella del dott. Gioia, l'attuale. segretario provinciale, membro della segreteria nazionale e molto vicino a Fanfar1i. In occasione della formazione della lista per le scorse elezioni amministrative a Palermo si sono rivelate però operanti le due correnti principali: quella del dott. Gioia, che avrebbe vo-luto che si fossero esclusi tutti gli ex consiglieri che si rifiutarono di seguire subito gli ordini del partito, e quella dell' on. Restivo, che voleva invece includere tutti gli uscenti. Era evidente, dalla m'1!niera come era stata composta la lista, che si era venuto ad un compromesso fra le due tendenze in contrasto, per cui (anche per una questione di voti, essendo Restivo uomo di gra11de forza elettorale) dei vecchi seguaci ,, [70] I Bibloteca Gino Bianco
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