Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

l'occasione sostenevano inoltre che le dimissioni della Giunta costituivano fra l'altro un grave pericolo per la D.C., in quanto l'opi,nio•ne pubblica avrebbe potuto giustamente ravvisare in esse l'incapacità del partito di assumersi la responsabilità di am1 ministrare Palermo (ciò che per l'appunto affrmavano le sinistre). L'esecutivo regionale, anch'esso e, fanfania,no », riunitosi, approvava però la decisione della direzione provinciale: quindi il Sindaco si dimetteva ancora una volta e la Giunta, dopo avere u,n po' tentennato, si dimetteva anch'essa. La crisi aveva il suo epilogo 1'8 dicembre, con l'insediamento a Palazzo delle Aquile di un Commissario Straordinario Governativo. Il nuovo Consiglio comu,nale, uscito dalle recenti elezioni del 27 maggio, come sè detto al principio, non è risultato composto in maniera tale da soddisfare pienamente l'assunto programmatico dei « fanfaniani ». La D. C. aveva da scegliere, infatti, per poter formare la maggioranza (poichè con ~ suoi 23 voti, i 3 voti dei socialdemocratici ed i 2 dei liberali no•n avrebbe potuto arrivarvi) tra i 9 voti del P.N.M. e i 5 del P.S.I. Nella seduta del 19 giugno, che doveva eleggere il Sindaco e la Giunta, avvenivano dei fatti che rivelavano come la politica di « centro democratico » fosse ormai solamente una formula di comodo dietro la quaie si nasconàe la volontà della D. C. di 1nantenere a tutti i costi le proprie posizio11i di egemonia, lusingando gli interessi della destra economica. "'\?eniva eletto Sindaco l'ing. Luciano Maugeri (politicamtnte un « homo novus »), con 37 voti, me11tre 15 voti venivano dati alla prof.sa Guaita Alliata (indipende11te della lista socialist,~, ma notoriamente simpatizzante per il Partito Radicale). La formula del centro democratico pareva stesse per crollare quando, eleggendosi la Giunta, il consigliere socialde1nocratico, avv. Vizzini, raccoglieva solo 21 voti, per cui la Giunta veniva composta esclusivamente di democristiani e liberali, che raccoglievano anche i voti dei monarchici. Senonchè, ad un'ora circa dalla votazione, il Sindaco comunicava le dimission1 dell'assessore liberale, avv. Di Benedetto, e la elezione dell'avv. Vizzini, che lo seguiva per numero di voti. Tale elezione sollevava immediatamente un coro di proteste, mentre il Sindaco si alzava dichiarando sciolta la seduta. Poichè era trascorsa più di un'ora dalla votazione, commentava il quotidiano del pomeriggio, ed era facile intuire che l'ing. Maugeri era stato indotto a quel ripiego dall'intervento del dott. Gioia, segretario provinciale della D. C. (che per tutta la serata era stato informato telefonicamene di quel che avveniva in Consiglio), per tentar di salvare « in extremis» la formula di centro democratico. Dall'analisi dei voti riportati nelle tre successive votazioni a scrutinio segreto dal candidato socialdemocratico Vizzini risulta evidente, infatti, che erano mancati alcuni fra i 28 voti del centro (23 della D. C., 3 del P.S.D.I., 2 del P.L.I.) e che nu1nerosi democristiani avevano negato il loro voto al socialdemocratico. Con un forzato co1npromesso si sa- [69] Bibloteca Gino Bianco

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